Lavoro e maleducazione

Licenziato perché troppo sboccato

    di Adelaide Caravaglios

Attenzione ad essere troppo sboccati e dire parolacce! Una commessa di un capoluogo del centro Italia è stata, infatti, licenziata proprio perché troppo volgare; un licenziamento per giusta causa ‒ quello della nostra protagonista ‒ che è stato confermato anche dagli ermellini nella sentenza n. 3380/2017. A parere del collegio giudicante (in ciò confermando quanto già deciso in sede di merito) il ricorso formulato dalla donna contro il provvedimento era da considerarsi inammissibile; nemmeno la difesa dei suoi legali (per i quali il comportamento dell’addetta alle vendite non aveva leso il vincolo fiduciario in maniera così grave da poter procedere al licenziamento, né, d’altra parte, si poteva pretendere che “ai lavoratori dipendenti nei momenti della pausa di lavoro fosse inibito un linguaggio adoperato normalmente da persone della stessa estrazione sociale, della stessa cultura e accomunate dalla familiarità che subentra in conseguenza di un lavoro quotidiano in uno spazio ristretto dell’azienda in cui operano”) era servita a qualcosa.

I giudici di legittimità hanno confermato il licenziamento e condannato la gentil dama al pagamento delle spese di giudizio, oltre agli accessori come per legge… quasi a voler dire che la prossima volta, prima di lasciarsi andare ad un linguaggio un po’ troppo sopra le righe avrebbe dovuto pensarci bene due volte!





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