Natalia Ginsburg e Le piccole virtu'

Nell'opera l'autrice di «Lessico Famigliare» raccoglie saggi di costume, ritratti e autoritratti

    di Roberta Errico

Le piccole virtù non è famoso come Lessico famigliare, ma è un testo altrettanto interessante che aiuta a comporre il puzzle della enigmatica figura di Natalia Ginzburg. La raccolta è composta da undici testi che oscillano tra autobiografia, saggio di costume e impegno pedagogico composti fra il 1944 e il 1962 e pubblicati progressivamente su quotidiani e riviste. Undici modi di percepire la vita, le cose, i gesti e le voci. Che cos’è l’amicizia? Cosa significa virtù? E parlare e tacere che valore hanno? Qual è il senso di una vita trascorsa in bilico tra i due?

Aprendo mente e cuore al suo lettore, Natalia Ginzburg compone il volume Le piccole virtù un autoritratto straordinario per ricchezza e leggerezza, un affresco dei suoi pensieri e tormenti che colpisce per la nitidezza e la profondità condensate in poche pagine, tra le più belle della prosa italiana contemporanea. L’autrice offre gli squarci di vita abruzzese relativi al periodo di confino vissuti con i figli e con il marito Leone Ginzburg, poi deceduto per mano del regime, fino al desolato dopoguerra. Natalia Ginzburg riesce ad oscillare con nonchalance tra il dolore di anni terribili e l’ironia (sempre posata) espressa in racconti come Le scarpe rotte. Ginzburg colpisce al cuore con il ritratto dell'amico Pavese, fragile, a volte incomprensibile, solo (capitolo dal titolo Ritratto di un amico, “la più bella cosa che sia stata scritta sull’uomo Cesare Pavese”, come scrisse Italo Calvino). Ma non si ferma qui, l’autrice passa dalle considerazioni sul proprio mestiere di scrittrice, fino alla struggente verità sul matrimonio con Gabriele Baldini nel racconto intitolato Lui ed io: capitolo d’una autobiografia sui generis, in cui la contrapposizione dei caratteri si trasforma nel più affettuoso poema della vita coniugale.

Natalia Ginzburg è una scrittrice senza tempo e per questo adatta ad ogni epoca, in fondo lei stessa dichiarò di aver saputo fin da bambina che la sua vita sarebbe stata votata alla scrittura. La Ginzburg è romanziere e scrittore di memoria, si attiene come un mantra al precetto stilistico e morale della verità a tutti i costi e ci regala una testimonianza preziosa tanto delle qualità quanto delle debolezze di una grandissima scrittrice, capace di commuovere, svagare e far pensare allo stesso tempo. In ogni pagina di questo libro c’è il modo di essere donna della Ginzburg: testimone della sua verità, ma vicina alle verità di ciascuno di noi.





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