Maio espone alla Milano Art Gallery

Gli scatti dal mondo del fotografo sannita in mostra fino al 13 aprile

    di Redazione

Grande successo di critica e di pubblico ha ottenuto la mostra personale dell’artista di Benevento Vincenzo Maio, dal titolo “Fotografie”, organizzata dal manager della cultura Salvo Nugnes (con lui nella foto), inaugurata il 29 marzo 2018 nel capoluogo lombardo presso la Milano Art Gallery, ed aperta al pubblico fino al 13 aprile 2018. La Milano Art Gallery è stata fondata quasi 50 anni fa ed è stata il luogo di riferimento del “Maurizio Costanzo Show”. Sede di importanti esposizioni, nel corso del tempo ha ospitato mostre di altissimo livello, con protagonisti maestri dell’arte contemporanea del calibro di Mario Schifano, Renato Guttuso, Sandro Chia, Fausto Pirandello, Gillo Dorfles, Gino De Dominicis, Amanda Lear e l’indimenticabile premio Nobel Dario Fo.

Maio ha esposto 39 immagini scattate in tutto il mondo senza dimenticare la natia Benevento. Ha saputo valorizzare l’immagine femminile con ritratti realizzati a Montecarlo e a Massa Marittima. Ha evidenziato inoltre il suo impegno nel mondo cattolico con fotografie di cardinali e di Cavalieri di Malta. Nel suo intervento l’artista sannita ha dichiarato: «Il vero artista ha la testa metà in terra e metà in cielo. Se avesse la testa tutta in terra sarebbe un uomo qualsiasi. Se avesse la terra tutta in cielo sarebbe fuori di testa, uno squilibrato». I presenti hanno apprezzato il catalogo di fotografie dal titolo “Immagini e pensieri per il nostro tempo”, presentato dal Maio a Montecarlo nel 1995 e riproposto a Milano in una nuova edizione.

Alla presentazione presente anche il maestro di fotografia Roberto Villa: «È facile parlare bene delle fotografie di Vincenzo Maio. In primo luogo perché pone dei soggetti gradevoli, ed in secondo luogo perché sa porli. Lui lavora molto bene con il soggetto umano. Ha scelto delle donne bionde e gli uomini, come diceva un vecchio film, preferiscono le bionde. Devo dire che ha fatto delle scelte corrette. Bisognerebbe discuterle una ad una. Ci sono delle interessanti composizioni che sono guidate dal drappeggio delle luci che ha gestito molto bene. I risultati che il Maestro di fotografia Roberto Rocchi ha portato, attraverso la scuola che ha fatto al Maio, sono evidenti».

Interessante è stata la recensione del direttore del Museo Modigliani Alberto D’Atanasio che ha scritto: «Vincenzo Maio è ciò che si può definire un cacciatore di bellezza. E la bellezza non si fa trovare da tutti. La bellezza, quella rara, quella che univa interiore ed  esteriore, soma e psiche, immanente e trascendente, è rarissima, difficile da trovare, complicata da comporre. Gli artisti hanno la possibilità di portare a termine la ricerca e di trovare bellezza. Vincenzo Maio è uno di questi artisti, non fa ritratti né si può dire che i suoi paesaggi o i tramonti siano soltanto belle vedute. Compone alla stessa maniera di Leonardo Da Vinci, di Raffaello, di Dante Gabriel Rossetti e di John Waterhouse».





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