Amorevol-Mente, storie tossiche

IV puntata della rubrica sugli amori da incubo. Il male che fa il 'gaslighter'

    di Vanna Morra

Te lo sei immaginato! / Non è mai successo! / Ma come fai a non ricordatelo… me lo hai detto proprio tu! / Io non ho mai detto questa cosa! / Stavo scherzando, sei tu che sei troppo pesante! / Hai sbagliato tu, come sempre! / Ti stai inventando tutto! / Se ti lascio, non troverai nessun altro come me!

E noi, d’ora in poi, fortemente ci speriamo! Queste sono alcune delle frasi standard della comunicazione del Gaslighter all’indirizzo della “prescelta” da annientare. Uso il termine “prescelta” perché, come abbiamo visto, il narcisista è talmente calcolatore e anaffettivo che dire “partner” mi suona un bel po’ stonato. Alle frasi strategiche, con cui “il vampiro” gioca a “ti confondo il cervello”, via via si aggiungeranno i giudizi negativi sul nostro aspetto fisico, le critiche continue sul modo di comportarci, in ogni contesto, che ci indurranno a credere di essere perennemente in errore. Saremo redarguite per tutto ciò che ci riguarda, il lavoro ovviamente sarà sminuito, fossimo pure il presidente della repubblica. Le persone che frequentiamo sono tutte stupide e noiosamente inutili, mai alla sua altezza. Senza rendercene conto, amico dopo amico parente dopo parente, ci ritroveremo sempre più isolate e dipendenti da lui.

Sembrerebbe già troppo, vero?! Invece no, per lui dall’alto dell’ego, non sarà mai abbastanza, quindi alle regole del gioco si alterneranno i “silenzi punitivi” per espiare i nostri “peccati”. Ogni silenzio può durare giorni indefiniti, durante il quale saremo ignorate a tal punto che ci sembrerà di non esistere, anzi, ogni tentativo di contatto servirà solo a prolungare il gioco del silenzio. Un giorno sì e l’altro pure ci minaccerà di lasciarci, non lo farà mai perché ha bisogno di noi esattamente quanto noi di lui, ma la nostra paura di essere abbandonate renderà lui ancora più forte nella relazione tossica. La fase del gaslighting comincia gradualmente, prende corpo già in quella super fantastica del “love bombing” perché lì siamo così accecate dall’azzurro sbrilluccicoso del nostro principe che al massimo possiamo stranirci, il campanellino d’allarme lo sentiamo pure, tuttavia, continueremo ad ignorarlo invece di indagare.

dalla puntata precedente:

“Se avvertiamo quei benedetti segnali non ignoriamoli. Siamo affamati di sapere e non smettiamo mai di documentarci su soggetti e relazioni con dinamiche dalle spie patologiche, la conoscenza ci rende razionali, la razionalità ci salverà”.

E’ così che mi sono salvata. Nel pieno della mia relazione da incubo sono inciampata per caso in un link sui narcisisti patologici su facebook. A fine lettura non so dirvi se fossi più inorridita o sollevata perché lì dentro c’era tutta la “roba” che stavo vivendo io ma al tempo stesso ci ho visto lo spiraglio da seguire.   

Ha scritto una ragazza, che per privacy chiameremo solo “L”, anche lei ne è venuta fuori, con la sua autorizzazione riporto qualche ritaglio della sua esperienza.

“Cominciai a dubitare di me, lui mi raccontava e faceva cose che poi negava di aver detto o fatto”.

“Tutto quello che dicevo per lui era solo un cumulo di sciocchezze e banalità.

"Il senso della realtà era completamente alterato. Il livello potrebbe essere quello che davanti a un bicchiere di vino rosso lui sosteneva fermamente fosse bianco. Ad un certo punto ero lì a chiedermi se la realtà distorta non fosse stata la mia”.

“All’improvviso non vedevo più i miei amici. I pochi che lui inizialmente ha conosciuto, facendomi pesare lo sforzo e il favore enorme che mi stesse facendo, non erano mai abbastanza adeguati alla sua intelligenza. Piano piano mi è venuto il dubbio, «Vuoi vedere che per la sua età, noi siamo veramente troppo infantili?». Così, vuoi per quieto vivere, vuoi che nella mia testa cominciava pure ad avere ragione mi sono allontanata da tutto e tutti, anche dal mio lavoro”.

“Mi spaventava e mi destabilizzava, avevo l’impressione di essere la sua peggiore nemica, tanta la cattiveria e l’odio che mi destinava. Quando gli chiedevo come fosse possibile che mi odiasse così tanto visto che mi diceva anche che ero l’amore della sua vita, lui mi dava della pazza visionaria…”

Interviene la Dott.ssa Ivana Napolitano, mia compagna di viaggio in questo progetto di prevenzione.

«La nostra preziosa testimonianza ci racconta di come funziona o meglio di come non funziona una tossica relazione abusante. Il manipolatore, “adescata” la preda grazie all’arguto impegno del “love bombing”, prosegue dritto verso il suo obiettivo: svalutare poco per volta la vittima, all’inizio usando una leggera ironia, ad esempio sul suo modo di vestire, di parlare, sulla sua forma fisica. Dopo di che attacca con critiche meno velate sulle preferenze, sulle abitudini, sul carattere e su familiari ed amici della vittima, isolandola dai suoi contesti relazionali per esercitare in maniera “esclusiva” il controllo su di lei. Successivamente inizia ad insinuare dubbi sulla lealtà, sulla moralità, sull’intelligenza e sull’onestà della “sua” donna. Il gaslighting è fatto di bugie e negazioni, nette incongruenze tra azioni e parole che lentamente in maniera subdola consumano la vittima che si convince di essere “pazza” e di avere una visione distorta della realtà. Il manipolatore attraverso azioni calcolate e consapevoli vuole distruggere l’autostima della vittima confondendo la sua percezione di sé, non prova empatia nei suoi confronti. Chi subisce il gaslighting e tutte le devastanti forme di manipolazione abusanti ha bisogno di un aiuto concreto per uscirne, un percorso nel quale lavorare sulla consapevolezza e sul riconoscimento dei segnali della spietata violenza di cui è vittima, deve essere sostenuta per credere che da tutto questo orrore si può venire fuori». 

Chi è impelagata in una relazione del genere, piano piano smette anche di confidarsi su ciò che accade. La realtà è così confusa che non sappiamo più raccontarla, i fatti così assurdi che ce ne vergogniamo. Questo spiana la via dell’isolamento, quella via che per volere del “mostro” avevamo già cominciato a percorrere. Facciamo al contrario, allora, affinchè possiamo essere tutti coinvolti nella prevenzione, facciamo attenzione se notiamo un’amica o una parente che si allontana, apparentemente, senza motivo o per motivi che ci convincono poco e cominciamo ad “indagare” noi.





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