Galeotto fu un gavettone

Quattro amici in tribunale per un palloncino d'acqua

    di Adelaide Caravaglios

È proprio così: non tutti gli scherzi sono uguali o riescono allo stesso modo. Ce ne sono alcuni che rischiano di portarci dritti dritti in tribunale, come è capitato ad un gruppetto di buontemponi, scoperti a lanciare dalla terrazza palloncini pieni d’acqua ai passanti. Le iniziali risate hanno lasciato il posto all’amaro in bocca, quando all’ennesimo lancio un signore è stato centrato in pieno viso, riportando gravi lesioni ad un occhio: scoperti dai carabinieri i quattro goliardici amici si sono beccati una condanna per lesioni personali colpose, condanna confermata definitivamente in cassazione (sentenza 46992/2015). A parere dei giudici di legittimità si è trattato di cooperazione colposa (art. 113 c.p.), per cui tutti, a prescindere da chi avesse fatto il lancio ‘fatale’, meritavano la punizione!

Gli ermellini hanno sostenuto che “è responsabile ai sensi dell’art. 113 c.p. di cooperazione nel delitto colposo l’agente il quale, trovandosi a operare in una situazione di rischio da lui immediatamente percepibile, pur non rivestendo alcuna posizione di garanzia, contribuisca con la propria condotta cooperativa all’aggravamento del rischio, fornendo un contributo causale giuridicamente apprezzabile alla realizzazione dell’evento, ancorché la condotta del cooperante in sé considerata appaia tale da non violare alcuna regola cautelare, essendo sufficiente l’adesione intenzionale dell’agente all’altrui azione negligente, imprudente o inesperta, assumendo così sulla sua azione il medesimo disvalore che, in origine, è caratteristico solo dell’altrui comportamento”.

Nulla da fare, quindi, per i 4 amici, ritenuti tutti egualmente responsabili.





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