Al Maschio Angioino 5 eventi da non perdere
Dal 3 luglio al 1 agosto la rassegna teatrale «Scena aperta», organizzata dal Teatro Stabile
di Flora Fiume
The show must go on. E così con buona pace di task force, esperti, epidemiologi, complottisti e non, sfruttando anche lo spazio lasciato libero da Burioni e dal suo silenzio stampa, la scena teatrale napoletana riparte. Rigorosamente all’aperto. Dal 3 luglio e fino al primo agosto si darà quindi ufficialmente il via a “Scena aperta” la rassegna teatrale organizzata dal Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale insieme con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia. Si tratta di un ciclo di 5 spettacoli a cui sarà possibile assistere nel cortile del Maschio Angioino.
La location d’eccezione è stata scelta non solo per il suo aspetto intrinsecamente simbolico e scenografico, ma anche perché permette spazi ampi e all’aperto necessari affinché pubblico e attori possano vivere il momento del ritorno a teatro in piena serenità e sicurezza. Una platea di 200 spettatori per ogni sera potrà assistere agli spettacoli che sono quelli che erano già presenti nel cartellone dello Stabile e che sono stati costretti al lockdown. Secondo Roberto Andò, direttore dello Stabile, è “prioritario proteggere il lavoro di artisti e compagnie che erano sul punto di debuttare al momento del decreto governativo che ha chiuso l’attività del teatro”.
Il primo spettacolo in calendario è “La chunga” di Mario Vargas Llosa (3, 4 e 5 luglio), con regia, scene e costumi di Pappi Corsicato. Cristina Donadio, Francesco Di Leva, Irene Petris, Simone Borrelli, Antonio Gargiulo e Daniele Orlando portano in scena il testo teatrale più rappresentato del premio nobel peruviano. Per la prima nazionale, la versione, tradotta da Ernesto Franco, sarà ambientata al porto di Napoli, anziché a Piura come nel testo originale. Lo spettacolo successivo è “’Nzularchia in lettura e in corpo” di Mimmo Borrelli (9, 10 e 11 luglio). Prodotto dal Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale in coproduzione co Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia. È un cult di Mimmo Borrelli, che ha ricevuto nel 2005 il Premio Riccione per il Teatro e che nel cortile di Castel Nuovo sarà riproposto in una forma particolare con le musiche dal vivo di Antonio della Ragione. A seguire “’O tuono ‘e marzo” di Vincenzo Scarpetta (16,17 e 18 luglio). Gigi Savoia, Tonino Taiuti, Carmine Borrino, Anna Carla Broegg, Carlo Caracciolo, Antonello Cossia, Gino De Luca, Antonella Stefanucci e Dalal Suleiman saranno diretti da Massimo Luconi. Sue anche le scene. “Tutti i personaggi si muovono in un ingranaggio scenico perfetto”, sottolinea il regista che parla anche di “un’assonanza con una comicità basata sull’assurdo, sulla iterazione e sul nonsense, che ricorda per certi aspetti il cabaret e i meccanismi del teatro di Feydeau e quelli tipici del teatro dell’assurdo di Boris Vian”. Penultimo spettacolo del cartellone è “Pastiche N°0 di pas/ssaggi, rivista di teatro dal vivo “a cura di Renato Carpentieri e Claudio Di Palma (24, 25 e 26 luglio). In scena Renato Carpentieri e gli allievi della Scuola. Dello spettacolo, prodotto anche questo dal Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, lo stesso Carpentieri afferma che “È uno gliommero in cui si intrecciano e si agitano frammenti del Teatro del Novecento, in forma di Rivista, ad uso degli allievi: una linea di ricerca che vuole privilegiare la forma breve e quindi la sobrietà e la leggerezza, in un singolare montaggio. Da una parte “occorre risvegliare la memoria del teatro e ridestandola trovare un linguaggio moderno (come diceva la Picon Vallin, studiosa di Meyerch’old), dall’altra approfittare della libertà degli inizi, che appartiene ai giovani. È un esperimento che vale la pena di fare”. Chiude la rassegna “Week-End” di Annibale Ruccello (30, 31 luglio e 1 agosto) con la regia di Enrico Maria Lamanna, scene di Massimiliano Nocente, costumi di Teresa Acone, luci di Stefano Pirandello. Il testo, interpretato da Maria Pia Calzone, Totò Onnis, Matteo Bossoletti, è del 1983, e fu scritto da Ruccello per l’attrice Barbara Valmorin scomparsa un anno fa.