I bob rossi

Una Ferrari senza motore sfreccia a 150 kmh sul ghiaccio olimpico russo

    di Armando Yari Siporso

Bolidi rossi a fendere il vento, alla ricerca, esasperata, di pura aerodinamicità. Sulla carena i colori dell’Italia. Curva dopo curva a combattere contro il cronometro, per vincere, ad ogni rettilineo, la battaglia con l’intertempo. Rappresentanti sportivi, in un circuito straniero, del proprio Paese e della sua tradizione di velocità. I bolidi rossi non sono Ferrari, ma frecce senza motore, lanciate su lastre di ghiaccio russo in un impianto olimpico a nord-est di Sochi.

Non sono Ferrari, ma in parte forse si. Studiati in galleria del vento a Maranello, gli scenografici bolidi italiani sono il frutto di una collaborazione della Federazione Italiana Sport Invernali con il cavallino rampante che va avanti dal 2010. E’ dalle Olimpiadi di Vancouver di quattro anni fa, infatti, che tecnici ed atleti della FSI fanno visita agli stabilimenti nel modenese per progettare i propri attrezzi olimpici.

Non avranno suscitato la simpatia dei colleghi giamaicani, tornati sul ghiaccio olimpico dopo 12 anni di assenza ed a distanza di 26 anni dalla prima partecipazione, a Calgary, nella competizione dei cinque cerchi (che ispirò peraltro, per l'entusiasmo e la caparbietà degli atleti caraibici, il film cult “Cool Runnings - Quattro sottozero”), ma gli atleti della delegazione azzurra con il loro “Bob-Ferrari” puntano a conquistare gli italiani con discese mozzafiato sulla velocissima pista dello Sanki Sliding Center.

A spingerli, oltre al tifo dei propri connazionali, non ci saranno i tanti cavalli di un motore della “Scuderia”, ma i muscoli ben allenati di coraggiosi atleti vestiti di azzurro e l’ingegno e la tecnologia dei tecnici di Maranello.

Forza ragazzi.

 





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