Ritratti napoletani: Ugo D'Alessio
Storia e aneddoti del grande attore 'spalla' che continuò 'A livella di Toto'
di Armando De Sio
Ironico, sensibile, quella che può essere definita la spalla comica ideale. Pasquale D’Alessio, in arte Ugo, nasce a Napoli il 26 agosto del 1909. Figlio d’arte (sua madre era Leonilde Riccardi, che aveva lavorato con De Muto e con Federico Stella) debuttò a soli otto anni nella commedia Un grazioso equivoco, di Fiorilli, diretta dallo zio Giuseppe. Recitò poi assieme a Nino Taranto e al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, dove ebbe modo di cimentarsi con la Sceneggiata napoletana. Dal 1926 al 1933 recitò al Teatro Orfeo alla Ferrovia nella Compagnia Cafiero-Fumo, assieme a Mimì, Beniamino e Enzo Maggio. Lavora poi per la Compagnia del Teatro Umoristico “I De Filippo” dal 1934 al 1937, dove ha la possibilità di arricchire il suo bagaglio di caratterista.
Alla fine degli anni Trenta fonda una propria compagnia la “Bruno-Clemente-D’Alessio” prediligendo perlopiù il repertorio della sceneggiata. Si dedica poi anche alla rivista, lavorando con Gino Latilla e Macario. Nel 1945, finita la Seconda guerra mondiale, si dirige in America per lunghe tournée teatrali. Per lo spettacolo inaugurale del San Ferdinando, la “Palommella zompa e vola” di Antonio Petito, nel 1954, Eduardo lo vuole in compagnia. Sempre al San Ferdinando, nel 1956 viene fondata la Scarpettiana, compagnia diretta da Eduardo nella quale viene riproposto tutto il teatro di Eduardo Scarpetta, che vede tra i protagonisti proprio D’Alessio assieme a Pietro De Vico, Pupella Maggio e una giovanissima Angela Luce.
La stima che Eduardo aveva per Ugo D’Alessio era talmente grande che nel 1969 gli consegna il repertorio scarpettiano, privilegio di cui nessuno mai aveva goduto prima. Sempre negli anni 60 è tra i protagonisti, assieme a Angela Luce (nel ruolo di Annella) e Pupella Maggio (nel ruolo di Porzea) della commedia “Annella di Porta Capuana”, dove interpreta il ruolo dell’avaro Cuosemo. Nel cast figuravano anche Pietro De Vico, Carlo Giuffrè, Gennaro Di Napoli, Rino Genovese. D’Alessio aveva una grande stima e amicizia nei confronti di Totò (celebri sono le scene de “Il medico dei pazzi” o quella della contrattazione per la vendita della Fontana di Trevi in “Totò truffa ‘62”): quando il Principe della risata morì, l’attore dal dolore si sentì male, non partecipò ai funerali, ma dalla stessa mattina cominciò a scrivere un libro di sue poesie intitolato "Jammo ca mò s'aiza!" nel quale vi è il continuo della livella in omaggio a Totò il cui titolo è "O marchese e ‘o scupatore" ne inviò una copia autografata a Franca Faldini la quale scrisse una lettera meravigliosa di ringraziamenti. Direttore artistico agli inizi degli anni Settanta del Teatro Sannazaro e nel 1978 viene chiamato da Lucio Mirra al Teatro Diana per dirigere la Compagnia Teatro Popolare. Il debutto al Diana avviene dopo un periodo di tempo di circa un anno e mezzo trascorso lontano dalle scene. Purtroppo questo nuovo ritorno è interrotto bruscamente il 16 febbraio del 1979, quando Ugo D’Alessio morì all’età di settant’anni.