Benny Golson al Modo di Salerno

Il primo marzo il ristorante si è trasformato in un jazz club

    di Sveva Della Volpe Mirabelli

Sold out e grande entusiasmo per Benny Golson al Modo di Salerno, un ristorante dalla cucina raffinata che all’uopo sa ben trasformarsi in un jazz club secondo tutti i crismi delle atmosfere sospese ed energiche che caratterizzano questo tipo di musica. Con la sua filosofia il locale è riuscito anche stavolta a scrivere una delle pagine più significative della sua storia.

Martedì primo marzo l’elegante sala del “club” salernitano ha ospitato il Benny Golson 4et feat. Antonio Faraò. Benny Golson è considerato una leggenda vivente del jazz, e per la mera contingenza anagrafica, classe 1929, che gli ha permesso di passare per ogni stagione del jazz e per la straordinaria maestria nel comporre, nell’arrangiare e nel suonare il suo sax tenore. Un destino segnato nel nome della musica a cominciare dai primi giovanili incontri con John Coltrane e Philly Joe Jones. Inizia presto a esibirsi con le orchestre di Dizzy Gillespie, Lee Morgan, Lionel Hampton, Benny Goodman, Earl Bostic e soprattutto con Art Blakey and the Jazz Messengers. Artista eclettico, si produce persino nella scrittura delle melodie per cantanti come Peggy Lee, Ella Fitzgerald e Diana Ross. Trova nel bebop e nell’hard jazz la sua dimensione ideale, molte delle sue composizioni sono diventate standard jazz: "I Remember Clifford", "Blues March", "Stablemates", "Killer Joe", "Whisper Not", "Along Came Betty" e "Are You Real?" sono solo alcuni esempi.

Al Modo il sassofonista americano è salito sul palco accompagnato da Antonio Faraò al piano, artista di fama indiscussa e dal tocco brillante. La sessione ritmica è stata invece affidata a due grandi professionisti: Aldo Vigorito al contrabbasso e Luigi Del Prete alla batteria, quest’ultimo cimentatosi in un assolo interpretativo di “Blues March” di forte impatto emotivo.





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