Adottare

    di Amedeo Forastiere

L’adozione, dal latino adoptare, è l’atto più nobile che l’essere umano abbia mai compiuto. Anche l’imperatore Tiberio fu adottato, da AugustoRicordo che quand’ero ragazzo sentivo parlare della ruota nella Chiesa dell’Annunziata, dove erano abbandonati i bambini che non potevano essere tenuti dalle madri per la miseria, l'indigenza, le malattie o motivi di onore, perché la fanciulla aveva concepito un figlio con chi non doveva, il frutto del peccato.

Esposti: così erano chiamati i neonati lasciati nella ruota. I più fortunati erano adottati da coppie regolarmente sposate che non avevano avuto figli. Si recavano negli orfanatrofi, sceglievano un bambino o una bambina e per la lunga prassi burocratica spesso passavano anni prima di poter dare loro il proprio cognome e finalmente dire: è mio figlio! Atto di grande umanità e amore, che esiste ancora.

Ci sono anche le adozioni a distanza. Una mia amica, Maria, tempo fa mi mostrò la foto di una bambina del Ruanda a cui ogni mese mandava dei soldi. Maria, che ha due figli naturali partoriti con gran dolore, non ha mai conosciuto questa piccola ruandese, e forse mai la conoscerà, ma è sempre puntuale nel darle sostegno economico da lontano.

Come dicevo all’inizio, l’adozione è sempre stata un atto d’amore nobile che l’uomo ha sostenuto a favore dei bambini abbandonati; che però stride con le guerre che ancora portano a lanciare bombe su popoli inermi, uccidendo inevitabilmente anche innocenti bambini. Qualcuno dice che si fa per la democrazia…e mi fermo qui.

Il sentimento umano che sfocia nell’adozione si è allargato anche agli animali. Si adottano cani, gatti, uccelli, abbandonati per strada o nei canili. Bello e tanto umano dare una casa al cucciolotto o micino altrimenti destinati ad una brutta fine, ed è anche più semplice, non c’è bisogno di tante carte, timbri e autorizzazioni: gli animali non hanno cognome.

Qualcuno dal cuore ancora più grande adotta animali enormi che non può portare a casa perché troppo ingombrati: giraffe, ippopotami, elefanti, rinoceronti, che vivono in quegli zoo dove non ci sono le possibilità economiche per accudirli… E c'è pefino chi ha propagandato l’adozione di montagne, laghi, fiumi, mari, spiagge; indubbiamente persone che amano la natura.

Gli esteti adottano invece castelli, manieri, vecchi casali, piazze, fontane; certo rappresentano la nostra storia, tutto bene e giusto, dimostrano una profonda sensibilità.

Mai, però, ho sentito qualcuno proporre di adottare un cuore. Proprio così, un cuore. Non quello degli animali presi nelle macellerie: don Pasqua’, mi date un cuore di bue? Certamente non in questo senso, era una battuta, tanto per sdrammatizzare.  

Intendo il cuore di chi è abbandonato, che batte nelle persone trascurate, ignorate, quasi come se non esistessero, dopo anni d’amore donato. Genitori abbandonati a se stessi, che si lasciano alle spalle affannosi sacrifici e amore speso per i propri figli, fratelli quasi ignorati dopo una vita assieme, dividendo tutto, dai giocattoli ai sogni. Amici che alle tre del mattino si attaccavano a un telefono perché non riuscivano a dormire, avevano bisogno di sfogarsi, di condividere. Tutte le persone abbandonate, donne, uomini, vecchi, innamorati, hanno un cuore orfano: ha bisogno di essere adottato.

Un mio amico, Cristiano, sposato due volte, con tre figli, ultra settantenne, vive solo in una casa di campagna fuori dal mondo. Potrei dire di lui che è un cuore abbandonato. Cristiano non si è mai abbattuto cadendo nella depressione. Un giorno tornando a casa vide per strada un piccolo cucciolo randagio, una meticcia femmina abbandonata. La portò nella sua casa fuori dal mondo per adottarla, la chiamò Ginger.

Be’ la faccio breve, oggi il mio amico Cristiano, ha trovato nella piccola cucciola meticcia (ormai cresciuta) l’amore, la fedeltà, e da adottante è diventato adottato. Pochi giorni fa parlando della sua Ginger mi ha detto: La raccolsi dalla strada per adottarla, ma alla fine è stata lei ad adottare me… Quando mi vede un po’ giù o nervoso sprofondato sul divano con lo sguardo nel vuoto, sai cosa fa? Salta sul divano, mi abbraccia e a modo suo mi bacia, non ci crederai mi passa tutto.

In questo momento mi vengono in mente dei versi di una vecchia canzone: Quando siamo alla fine di un amore, soffrirà soltanto un cuore perché l’altro se ne va…

Alla prossima ragazzi.





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