LIBRI Il camorrista fantasma

Segreti inconfessabili, fughe e una vita da romanzo nel libro sul latitante Pasquale Scotti

    di Mariangela Ranieri

"Il Camorrista fantasma, le mille vite del superlatitante Paquale Scotti", queste le parole che risaltano sulla copertina nera del libro edito lo scorso novembre da Iuppiter Edizioni, risultato della collaborazione tra Enzo Musella, giornalista e scrittore napoletano (che pubblica, su queste pagine, la sua ultima inchiesta giornalistica), Gaetano Pragliola, giornalista pubblicista, Gianmaria Roberti, giornalista professionista, e Luigi De Stefano che, oggi in pensione, ha lavorato alla squadra mobile delle Questure di Milano e guidato quella della Questura di Caserta.

Pasquale Scotti, latitante per circa 30 anni, durante i quali porta con sé segreti inconfessabili sulla trattativa Stato-mafia, è stato il fedelissimo di Raffaele Cutolo, fondatore e capo indiscusso della NCO. O' Professore nell'82 finisce in isolamento all'Asinara, a questo punto nelle mani di "Pasqualino o' ingegnere" passano le redini della NCO o di quello che ne rimane, soprattutto dopo il maxi blitz di giugno dell'83. Fu quello l'anno in cui Scotti vide le manette per la prima volta, e dopo solo una sola settimana dalla cattura, il 26 dicembre, alle ore 12:14, annuncia il suo pentimento, o come si diceva allora, diventa "collaboratore di giustizia", "dinanzi al magistrato Vincenzo Scolastico". Esattamente dopo un anno e sette giorni di reclusione, durante la notte di Natale del 1984 "decide di darsi alla macchia".

Viene arrestato nuovamente solo il 26 maggio 2015 a Recife, in Brasile, dove viveva con il falso nome di Francesco De Castro Visconti insieme alla moglie brasiliana e ai due figli, e aveva inoltre molte quote societarie in attività di ristorazione e servizi."I poliziotti italiani e brasiliani gli sbattono in faccia la sua prima vita", non ha opposto resistenza, le sue uniche parole sono state : "Sono io, ma quel Pasquale Scotti è morto nell'86".

Tra il 1984 ed il 2015 ci sono stati decine e decine di avvistamenti, in quasi tutta Europa, l'ultima pista spinse gli investigatori fino in Tunisia, quando Bourghiba "l'anziano presidente a vita" fu sostituito con Ben Ali, la cui dittatura iniziò "sotto l'occhio languido di Roma". Il sospetto era che quel ragazzo di Casoria, reo confesso di 25 omicidi, fosse ormai un killer di Stato, alla corte del neodittatore.

Tra tracce impolverate e mancate catture, sembrava quasi che Francesco de Castro Visconti alias "o'collier", alias "l'ingegnere", alias Pasquale Scotti si fosse nascosto in una casa di specchi. Una vita da romanzo, un romanzo che scrisse Pirandello nel 1904, "il fu Pasquale Scotti", che per viltà fugge dalla sua prima vita. Stesso corpo, stesse mani, nome diverso: ecco l'odierno Adriano Meis, la sua Roma è il Brasile e lì trova anche la sua Adriana, ma in realtà Francesco de Castro Visconti all'anagrafe non esiste. Le impronte, le sue mani appunto, lo tradiscono.





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