Vico e tartufi

Apertura straordinaria il 24 settembre dei Girolamini... Mentre De Caro è ai domiciliari

    di Maria Neve Iervolino

In occasione delle Giornate europee del patrimonio, il sito dei beni culturali e quello della Campania informano che sabato 24 settembre 2016 è possibile visitare la Biblioteca Statale Oratoriana dei Girolamini dalle 9 alle 16, in modo gratuito e senza necessità di prenotazione.

Da qualche anno la Biblioteca dei Girolamini, una delle più antiche del Sud Italia, meta prediletta di numerosi studiosi, tra questi Giambattista Vico, è tornata a vivere con aperture e mostre straordinarie. Attualmente possiede un patrimonio librario di circa 159.700 unità tra volumi e opuscoli, 137 stampati musicali, catalogati in parte dal poeta e bibliotecario Salvatore Di Giacomo, 5.000 cinquecentine, 120 incunabili, 10.000 edizioni rare. A questo mirabile elenco sono stati sottratti, nel corso di decenni e svariate amministrazioni, un numero incalcolabile di opere: la ferita più dolorosa è rappresentata dai 1.500 volumi della sala vichiana, una parte è stata ritrovata, un’altra è all’estero, un’altra smarrita per sempre. Più di un centinaio di volumi vanno ad aggiungersi a questa catena di sparizioni, che lega Dell’Utri al direttore del complesso dal 2011 al 2012, Massimo De Caro. La fama di De Caro nel commercio internazionale di libreria antiquaria, antecedente al caso Girolamini, non ha impedito all’ex ministro dei Beni Culturali Luigi Ornaghi di nominarlo direttore della Biblioteca. Una sequela di sbagli iniziata con l’indifferenza del ministero, se non addirittura con la sua connivenza, ha trasformato la Biblioteca in un salotto privato, come è emerso anche dalle intercettazioni: «Lei c’ha sempre il Vico che l’aspetta eh… Quello lì lo porto io» dice De Caro. Dell’Utri risponde: «Bravo, con il tartufo!».

De Caro sta scontando la pena a sette anni di reclusione ai domiciliari, e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per i furti ai danni della biblioteca napoletana. «Forse ci vorrebbero addirittura delle didascalie per ricordare ogni libro rubato da De Caro» commentò al Mattino Silvana Gallifuoco, responsabile della Biblioteca prima dell’insediamento dell’attuale direttore Raffaele De Magistris.

I vuoti creati dalla fraudolenta gestione dei beni della Biblioteca napoletana non potranno mai essere colmati, e sarebbe giusto tenerli come tombe illacrimate a memoria dei posteri, oppure, per la gioia dell’ex senatore Dell’Utri, colmarli di tartufi.





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