'Vorrei lavorare con Paolo Sorrentino'

Intervista a Fernando Cayo, il colonnello Tamayo della serie 'La casa di carta'

    di Daniele Vargiu

Fernando Cayo è un attore spagnolo ed è uno dei protagonisti della serie cult di Netflix "La casa di carta" ("La Casa de Papel" in lingua originale). Il personaggio da lui interpretato è il Colonnello Tamayo. Si tratta di una serie televisiva spagnola ideata dal regista Alex Pina trasmessa inizialmente in Spagna dall’emittente Antenna 3 e in seguito distribuita su Netflix e su scala mondiale. La serie narra degli sviluppi di una rapina estremamente ambiziosa e originale: irrompere all’interno della Zecca dello Stato a Madrid, far stampare migliaia di milioni di banconote e scappare con il bottino pieno.  Il creatore di questa straordinaria impresa è un giovane uomo che ricorda un po' Clark Kent a primo impatto, Il Professore.  Ecco, questo è il suo nome. Il reclutamento utilizzato per ogni singolo membro della banda non è affatto casuale. Il Professore, infatti, seleziona attentamente un gruppo di individui con vari precedenti penali, i quali, per motivi di estrazione sociale, non hanno nulla da perdere. Ogni membro durante la rapina è caratterizzato da un vestito rosso con una maschera del pittore spagnolo Salvador Dalì. Non potendo rivelare la propria identità a ciascun componente viene assegnato un nome casuale di città: Tokyo, Berlino, Mosca, Denver, Nairobi, Rio, Oslo e Helsinki. Non solo le identità devono rimanere celate, ma ai fini della professionalità viene anche proibito di instaurare delle relazioni personali o sentimentali. E da qui, si potrebbe dire che inizia il clou della storia. Andiamo a conoscere meglio l’attore.

Fernando è nato a Valladolid, il 22 aprile del 1968. Il suo percorso attoriale lo inizia presso l’Academia de las Artes Escenicas de Espana e prosegue i suoi studi in Italia, precisamente a Reggio Emilia con l’attore comico italiano Antonio Fava. In seguito si perfeziona con Fabio Magnolini e studia interpretazione audiovisiva con Paco Pino, Mariano Barroso e Montxo Armendariz.  Ha una vasta collezione di premi, tra i quali, il premio come miglior attore al Festival del Cinema di Tolosa e al Festival internazionale dei giovani cineasti di Granada. Nella sua carriera ha avuto modo di fare molto teatro, cinema e televisione. Ha avuto l’opportunità di lavorare con grandi attori e registi, uno su tutti è il grande regista Almodovar e con Antonio Banderas. Non ci nega che gli manca venire qui in Italia e ci svela la sua passione e il suo amore per il cinema italiano. Ricorda e rivive assieme a noi i sapori della nostra nazione ed elogia i migliori attori e registi Italiani. Un regista che predilige è il grande Paolo Sorrentino. È stato ammaliato dalla sua bravura nel raccontare il cinema. E ci confessa “ Non mi dispiacerebbe un giorno, poter lavorare assieme a lui”. Durante la diretta, ha modo di menzionare Vittorio Gassman, Marco D’Amore e Salvatore Esposito (gli ultimi due sono i due protagonisti di Gomorra). Continua citando Totò, Tony Servillo e Fellini (“Paolo Sorrentino lo ricorda tanto”).  Fernando è una persona semplice, ama la musica, difatti suona il pianoforte. Un artista completo deve saper fare tutto. Tra le sue doti possiamo scorgere anche il ballo. Insomma, è una persona tutta da scoprire. Tra le tante cose… è un attore che ha a cuore la tecnologia e la salvaguardia del nostro ecosistema. Ed è soprattutto un amante della cultura italiana.

Parli benissimo l’italiano, complimenti.

"Prego, prego, faccio quello che posso".

Parlaci un po' di quella che è stata la tua esperienza nella Casa di Carta. Ti aspettavi che avrebbe avuto tutto questo grande successo? Come l’hai vissuto? Come è stato il ruolo che hai avuto nella serie?

“Si, è stata un’esperienza molto importante nel corso della mia vita. Io ho sempre avuto una profonda relazione tra cinema, teatro e tv, qui in Spagna, ma penso che questa sia la più importante per me. È stata molto intensa. Raggiungere una serie con un livello già affermato a livello internazionale, significa tanto. È stata una concentrazione e una genialità in tutto il componente del team: Vancouver Media, Alex Pina e tanti altri geni di questa serie, no? La regia e il cast. È stato un vero piacere. È stato anche molto impegnativo, anche perché il mio carattere ha sempre un massimo di energia e di tensione, ma il godimento è molto intenso”.

Ricordi la tua prima volta sul set?

“Si, esattamente la terza stagione. Una scena di tensione, davvero molto divertente allo stesso tempo. Abbiamo dovuto ripetere la sequenza per una giornata intera”.

Cosa fai nel tempo libero?

“Per me recitare è una passione a tempo pieno. Passo molto tempo a preparare i miei ruoli e in questo periodo stiamo preparando uno spettacolo teatrale e in questa opera suono il pianoforte e canto. Amo guardare anche le serie, andare al cinema, a teatro, uscire con mia figlia, passeggiare in campagna, io abito in campagna con i miei cani. Ho due cani, per me è molto importante anche la vita sociale, uscire a cena e parlare con loro”.

Ti è mai capitato di guardare serie tv italiane?

 “Si, assolutamente. In quest’ultimo periodo ho visto tutta l’ultima stagione di Gomorra, 1992 e il cinema di Dario Argento. Il cinema giallo è molto importante per il mio lavoro. È un’ispirazione”.

Rimanendo in tema cinema, cosa ne pensi del cinema italiano?

“Gli ultimi film che mi sono rimasti impressi sono stati “E' stata la Mano di Dio” e “La Grande Bellezza” di Sorrentino. Ma, quando ripenso ai classici… è fondamentale Fellini. Fellini è un riferimento non soltanto nel cinema, ma nella vita. Andare in più nella poetica è molto importante, specialmente in questo momento. Nella creatività in generale, Fellini, invita ad andare verso la pazzia e Sorrentino è molto influenzato dal suo cinema. Ci sono tanti registi e artisti italiani che mi piacciono”.

Sei mai stato in Italia? Quali luoghi hai avuto l’opportunità di visitare? Quanto ci vorresti stare?

“Mi piacerebbe molto lavorare nel vostro Paese. Amo viaggiare e lavorare nello stesso momento. Ho studiato a Reggio Emilia con Antonio Fava e ricordo di una fidanzata con la quale feci un sacco di viaggi: Venezia, Bologna, Parma, Modena, Siena e Firenze. Mi manca tantissimo e mi manca venire da voi in qualche momento. È un paese bellissimo, con un cibo spettacolare e la gente è meravigliosa”.

Abbiamo parlato di cibo, quale è il cibo italiano che preferisci?

“Mi piace molto il cibo italiano, il primo che mi viene in mente è il formaggio italiano. Il parmigiano reggiano, la pasta, la pizza e il vino. Insomma, non si può scegliere una sola cosa”.

Che importanza ha la musica nei film?

“Io sono anche un musicista. La musica è qualcosa che circonda tutto, noi siamo musica. La musica in un film è fondamentale. Sono anche un grande fan di Ennio Morricone e Fernando Velazquez”.

Quale personaggio ti sarebbe piaciuto interpretare oltre al Colonnello Tamayo nella Casa di Carta?

“Non lo so, a me piace molto il Colonnello Tamayo, ha una combinazione molto forte. Penso che ognuno di loro sia meraviglioso. Forse, Berlino è un personaggio accattivante, il Professore, Tokyo e Nairobi”.

Si potrebbe dire che Denver sia riuscito a rappresentare il classico “ragazzo” di strada di Madrid?

“Si, totalmente. Denver è il perfetto ragazzo di quartiere di Madrid. Forse, appartiene maggiormente al sud di Madrid. Mi ricorda i ragazzi di Gomorra, del quartiere di Secondigliano di Napoli, no? Si, questo è Denver”.

Con quale regista ti piacerebbe lavorare in futuro?

“Ma, abbiamo parlato di Sorrentino, quindi, con lui. Mi piacerebbe tornare a lavorare con Almodovar. E poi perché no, anche con Steven Spielberg”.

Come ti vedi tra due anni?

“Mi vedo lavorando, mi piacerebbe lavorare maggiormente in ambiti internazionali: in Italia, in Messico e negli Stati Uniti. Dobbiamo trovare il modo di non essere predatori con il nostro pianeta e dobbiamo guardare alla nostra crescita interiore. Amo il progresso e la tecnologia e penso che bisognerebbe svilupparsi sotto questo punto di vista. Mi piacerebbe creare e divertirmi”.





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