LIBRI Libreria bella estate

Le pagine di Califano, tra l'analisi del tempo e una scrittura intrisa di nostalgia

    di Mariangela Ranieri

Quante grandi menti hanno saputo dare una propria definizione al tempo, quello stesso tempo che pare scorrere veloce e fermarsi per un’eternità. Il tempo che pensi di avere in abbondanza e quello che invece non è mai troppo, tutto questo tempo che i secondi, i minuti non possono controllare. Il tempo in cui hai 20 anni e ogni bivio rappresenta una sfida, e quello in cui nei hai 60 e ogni deviazione è sofferenza. Il tempo in cui ti circondi di legami, e quello in cui ogni oggetto ti ricorda un legame. Pavese per esempio diceva che l’aspetto migliore del tempo è il cominciare, sempre, in ogni istante. Sergio Califano, nato a Napoli nel 1952 compie, appunto, un’analisi del tempo in “Libreria Bella estate” (Iuppiter Edizioni). L’opera rappresenta una lotta perpetua tra il tempo presente e passato, tra ciò che lentamente svanisce e ciò che invece rende vano il cambiamento, ”pagine che sono un inno alla giovinezza”, pagine di vita.

Traspare il sogno e la rassegnazione in ogni parola di Califano, la cui scrittura infatti è intrisa di nostalgia. Tutto comincia in un porto e tutto pare tornare lì, a ciò che è stato e che non sarà, a ciò che sarebbe potuto essere e non è, a quelle scelte che quasi mettono un limite al futuro. Sono tanti i protagonisti del romanzo, ognuno col suo sguardo, ognuno con la sua storia. La "Libreria Bella estate" rappresenta infatti questa catena che lega il tempo delle certezze con quello delle probabilità, rappresenta il mondo in cui abbiamo vissuto e quello che poi abbiamo scelto per continuare a vivere.

“Il racconto di quegli anni è custodito da una foto che forse nessuno scattò mai”, parole a cui Califano affida parte della sua opera, parole che celano dubbi e paure. Tra il dissolversi delle memorie della madre e il set dei ricordi del figlio, in quel luogo che sa di casa ma che è ormai lontano, tra quelle serate di una calda estate e il timido timore di nostalgia. Sono pagine, queste, per tutti coloro che trovano riparo in tutto ciò che è trascorso, quasi stanchi di ciò che hanno costruito, “ma poi ci si ferma un secondo e si rimane così.. a pensare che il peggio è passato, a un passo da qui”. 





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