Favole e leggende della Campania

Presentato al Pan di Napoli il libro di Angela Matassa sul patrimonio fiabesco regionale

    di Liberato Russo

Storie millenarie e favole sempreverdi. Mitologia e racconti tramandati di bocca in bocca da secoli. Il patrimonio favolistico campano è prospero di bellezza, e a ricordarcelo è Angela Matassa, giornalista e scrittrice, col suo ultimo libro “Favole e leggende della Campania”, pubblicato da Homo Scrivens editore e vincitore del Premio “L’Iguana” 2016. Per chi è affascinato da personaggi come Cenerentola e la sirena Partenope o incuriosito dai casi e dei luoghi che hanno visto nascere le favole con cui diamo la buonanotte ai bimbi, la lettura del volume di Matassa è altamente consigliato.

Il libro, presentato lunedì scorso al Palazzo delle Arti di Napoli di via dei Mille dall’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele, dalla docente e scrittrice Enza Alfano, dalla giornalista-scrittrice Maresa Galli, dall’editore Aldo Putignano, insieme agli attori Ettore e Giovanna Massarese, nella prima sezione saggistica ricostruisce il percorso di favole, leggende e riti dalla nascita ai nostri giorni. Nella seconda raccoglie una parte dell’antica favolistica della regione, tra cui alcune storie tratte dal seicentesco “Lo cunto de li Cunti” di Gian Battista Basile, origine di molte delle favole per bambini riscritte nel mondo dai celebri Fratelli Grimm, Christian Andersen, Italo Calvino. I testi sono scritti in doppia versione: in napoletano originale e in italiano. Grazie alla tradizione orale, fiabe e leggende campane sono passate alla versione scritta grazie alla politica culturale angioina che, aprendosi a intellettuali e scrittori, arricchì il ‘popolare’ nei contenuti e nella lingua. La Gatta Cenerentola, Il Dragone, la Sirena Partenope trovano qui spazio e commento.





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