Nobel all'orologio biologico

Tre professori americani ne spiegano il meccanismo e si aggiudicano il premio

    di Adriano De Simone

Che ognuno di noi avesse un proprio orologio biologico capace di sincronizzare i nostri ritmi con il sistema di vita in cui siamo incastonati, era cosa già risaputa. Ma i professori universitari Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash della Brandeis University di Boston, insieme con il professore Michael W.Young della Rockfeller University di New York, hanno potuto spiegare al mondo, per la prima volta, a cosa si deve un simile meccanismo. A condurre i tre scienziati alla scoperta sono stati gli attenti studi svolti sui moscerini da frutta che hanno permesso non solo di studiare i comportamenti vitali dell’insetto al cambiare delle situazioni dell’ambiente circostante, ma, molto più, di isolare il gene “period” e studiarne il comportamento al dettaglio.

Period è un gene capace di codificare la proteina PER, accumulata di notte e poi degradata di giorno; ed è proprio grazie al susseguirsi delle fasi inerenti questa elaborazione proteica che vengono scanditi i tempi di veglia o sonno e le abitudini temporali a cui l’uomo va assoggettandosi.

La sudata scoperta era già valsa la candidatura al Nobel per la medicina, accanto agli altri 391 concorrenti ma dal 2 ottobre 2017 arriva la conferma ufficiale della vittoria: Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W.Young verranno insigniti del premio, che si esprime in un ammontare di 9.000 corone svedesi, ossia circa 950.000 euro. Attenderanno dunque la premiazione lavorando ad un personale discorso di ringraziamento per la cerimonia che, come ogni anno, si terrà il 10 dicembre presso il Konserthuset (“sala dei concerti”) di Stoccolma.





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