Palazzo Serra di Cassano, mito e rivoluzione

Fu costruito a Monte di Dio dall'architetto Ferdinando Sanfelice. Quel portone chiuso

    di Flora Fiume

Palazzo Serra di Cassano è sicuramente uno dei palazzi più importanti e conosciuti della città di Napoli. Quando si parla di Monte di Dio è uno dei primi posti che viene in mente. È un luogo pieno di storia, architettura e filosofia. La famiglia Serra, di origini genovesi, ma a Napoli dal XII secolo, decise di acquistare il palazzo da Chiara Penchi, vedova del Regio Consigliere Luigi Gamba, nel 1679 per 9500 ducati. Fu pagato 9.500 ducati, più 6 ducati da devolvere ogni anno ai monaci del Monastero degli Olivetani. Si trattava di un semplice palazzo tra mulini e orti all’epoca prima che all’inizio del 1700 Giuseppe Serra decise di demolirlo e farlo ricostruire, affidando il progetto all’architetto Ferdinando Sanfelice che si stava occupando già, in zona, della Chiesa della Nunziatella.

Il palazzo aveva tre ingressi, due secondari su Via Monte di Dio, mentre quello principale apriva in via Egiziaca a Pizzofalcone. Ma il portone di palazzo Serra di Cassano fu chiuso dopo la morte di Gennaro Serra, in segno di lutto, ma anche di protesta. Il figlio del Duca Luigi Serra fu giustiziato a Piazza Mercato il 20 agosto per aver partecipato in prima linea ai moti rivoluzionari del 1799, nati con l’intento di rovesciare la monarchia e creare una nuova Repubblica napoletana. Il portone che da allora fu interdetto è rivolto verso Palazzo reale. Chiuderlo rappresentò il gesto di protesta del voltare le spalle al Re. Da quel momento uno dei due ingressi di Via Monte di Dio divenne quello più utilizzato, mentre l’altro restò di servizio.

Ferdinando Sanfelice si occupò della ricostruzione del palazzo. Fu lui a realizzare lo scalone monumentale del palazzo a doppio rampante. La struttura è in piperno, mentre balaustre e fregi sono in marmo bianco statuario: risalta quindi l’elegante contrasto tra i colori del piperno e il bianco dei marmi. Lo scalone, che conduce al piano nobile, è inserito in un ambiente grande con angoli arrotondati e una volta a padiglione. Dall’originario ingresso principale, quello su Via Egiziaca, si accedeva ad un ampio cortile ottogonale attraverso un androne con arco a tutto sesto. La facciata di Via Monte di Dio, da dove attualmente si accede al palazzo, è stata completata da Giuseppe Astarita. È caratterizzata da due portali bugnati e presenta un ordine gigante con paraste corinzie che poggiano su un alto basamento di piperno. L’interno del palazzo non delude quanto a maestosità con le sale affrescate da Giuseppe e Gioacchino Magri e da Giacinto Diano.

Palazzo Serra di Cassano è senza dubbio uno dei luoghi più prestigiosi di Pizzofalcone. Per la sua storia e la sua architettura, ma non solo. All’inizio degli anni ’80 il Duca Francesco Serra di Cassano ha concesso in donazione al Ministero dei Beni Culturali il Palazzo. Attualmente i locali sono destinati in uso all’Istituto Italiano per gli studi Filosofici, un’accademia culturale e scientifica di rilievo internazionale. L’IISF, sotto la direzione dell’Avvocato Gerardo Marotta che l’ha egregiamente presieduto dalla fondazione e fino alla sua scomparsa, è in costante stretta collaborazione anche con le più prestigiose istituzioni di cultura estere. Per la sua fervente attività culturale ha ricevuto anche il diploma d’onore del Parlamento Europeo. Proprio per questo ha contribuito a preservare il lustro del palazzo che lo ospita. Sul sito ufficiale. è possibile leggere ciò che ha affermato il professore Paul Dibon: “Di questi ambienti, carichi di storia, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici ha fatto un crocevia della cultura europea".





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