Mercurio, in tv tra fornelli e affari criminali

Anche l'attrice napoletana nel cast di "Io non mi arrendo". Il 15 e 16 febbraio su Rai Uno

    di Livia Iannotta

Non sarà stato facile infilarsi i panni della “cattiva”. I suoi sono quelli di una donna che spalleggia e insabbia il non lecito, figlia di ambizioni criminali, come le tante quote rosa sempre più in primo piano negli equilibri della malavita nelle province di Napoli e Caserta. Una calcolatrice abilissima nel dividersi tra fornelli, faccende domestiche e affari torbidi. È in questo ruolo che vedremo Marianna Mercurio, napoletana, attrice e cantante, in “Io non mi arrendo”, in onda su Rai Uno lunedì 15 e martedì 16 febbraio. La fiction rievoca la storia di Roberto Mancini, il poliziotto che per primo avviò, negli anni ‘90, il filone di indagini sulla gestione criminale dello smaltimento dei rifiuti in Campania.

Enzo Monteleone dirige un cast promettente, capeggiato da Beppe Fiorello nel ruolo di Mancini e impreziosito da interpreti come Massimo Popolizio. L’attore genovese presta il volto all’antagonista, l'avvocato Gaetano Russo, i cui acquisti di terreni, destinati alle discariche abusive della camorra, accendono i sospetti del commissario di polizia. Da dietro le quinte, Virginia (Marianna Mercurio) tace e avalla gli affari torbidi del marito. Muove i fili in sordina, lo incoraggia.

«Non mi aspettavo di essere scelta per questo ruolo, anche perché concorrevo con altre attrici importanti. Ma il regista fin dai provini mi ha ritenuta perfetta per la parte», racconta Marianna Mercurio. «La sceneggiatura mi ha colpita da subito. Nelle scene che ho interpretato si coglie l’esempio perfetto della coppia che intende vivere facendo leva su affari sporchi». E aggiunge: «È un personaggio in cui non potrei mai rispecchiarmi. Ma mi sono divertita ad interpretare la tipica donna di casa, io ad esempio non sono per niente brava in cucina. Spero comunque di essere riuscita a restituire le sfumature del personaggio, la sua psicologia. Recitare con Massimo Popolizio, poi, è stato per me molto stimolante».

Le due serate di metà febbraio di Rai Uno puntano su un racconto forte, l’odissea di un uomo contro colletti collusi, interessi sporchi, omertà e omissis. Cronache di ordinario scempio in quella che di lì a poco verrà ribattezzata Terra dei Fuochi. E incuriosisce e sorprende (ma neanche più di tanto) che un dramma tutto campano sia stato “esportato” su set pugliesi. Ma, questa, è un’altra storia.

 





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