13, chi chiede aiuto e non viene ascoltato

La serie Netflix Thirteen reasons why alza il velo su mondo poco attento ai disagi dei giovanis

    di Adriano De Simone

Sta spopolando ovunque la nuova serie tv di Netflix ispirata all’omonimo giovanile romanzo thriller “Thirteen reasons why”, letteralmente “I tredici motivi”, capolavoro del romanziere statunitense Jay Asher. Un’opera letteraria e cinematografica che, indirizzata al mondo adolescenziale, ne descrive minuziosamente le caratteristiche più nichiliste che lo vedono poco attento ai disagi del prossimo e indifferente ai non rari casi di bullismo, terrorismo psicologico e violenze talvolta anche sessuali.

La protagonista, Hannah Baker, è una ragazza solare che ama socializzare e sorride alla vita. Ma in poco tempo quei sorrisi vanno sempre più spegnendosi perché ogni amico le si rivela falso, perché, per puro divertimento, si ritrova al centro di piccoli grandi scandali e soprattutto perché le violenze subite saranno sempre più gravi. Hannah perde la grazia di un primo amore, viene lasciata sola. Nessun “amico” le è accanto, perché troppo impaurito di farsi una brutta reputazione se visto con “la ragazza facile”. Nessun amore le si palesa perché troppo egoista, menefreghista o semplicemente perché ingenuo. E, come se non bastasse, i suoi genitori sono troppo concentrati sulle difficoltà economiche per accorgersi che la ragazza inizia a manifestare segni di chiusura sempre più marcati. Tutti la ignorano, perché quella situazione vale come qualunque altra, già vista, già sentita, nulla di così grave. Tanto che, lo stesso psicologo della scuola non darà troppo peso a quell’ultima sottile richiesta d’aiuto che la giovane avanza poche ore prima di ammazzarsi.

L’intera trama si sviluppa da un principio semplice: Hannah è morta ma ha lasciato 7 cassette con 13 lati registrati, ognuno dei quali è interamente dedicato ad una delle persone che l’hanno spinta, pur non intenzionalmente, a commettere un gesto tanto forte. Tutti i colpevoli devono ascoltare le cassette una per volta e, giunti ad una piena consapevolezza, passare i nastri al colpevole successivo… Tutti devono compiere e rispettare le precise volontà di Hannah o un amico fidato che possiede una copia dell’intera collezione ne renderà noto il contenuto, implicando così polizia, pubblico scandalo e assistenza sociale.

Tutti ascoltano, tutti ripetono quelle precise sequenze di passi maturando una coscienza più attenta, ma la situazione si fa presto insostenibile: bugie e silenzio non possono durare a lungo. Ed è proprio questo lo scopo ultimo della pellicola: tutti, giovani o adulti, dovrebbero porre attenzione anche laddove meno si creda ci possa essere un effettivo bisogno. Perché Hannah Baker è quella ragazza che abbiamo rifiutato troppo duramente. Hannah Baker è l’amico che abbiamo dato per scontato, la verità che abbiamo taciuto ponendoci nel torto; Hannah Baker rappresenta chiunque tra noi prova un disagio e stenta sempre più a chiedere aiuto.





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