Vincenzo De Lucia: 'Vi presento le mie donne'

Intervista all'artista e performer napoletano

    di Vanna Morra

Vincenzo De Lucia, artista e performer napoletano, classe ’87. Ha vinto il Premio Alighiero Noschese nel 2009 come miglior imitatore e trasformista campano. I suoi cavalli di battaglia sono le parodie delle “signore della tv” da Mara Venier a Maria De Filippi, passando per Mara Maionchi fino a Barbara D’Urso e Franca Leosini, per citarne alcune. Nel 2010 è stato registra per la trasmissione Rai “Palcoscenico”, l’opera musicale “Marialuna…una vita tutta in salita”, diretta dal maestro Pino de Maio.

Dal 2013 è nel cast di “Komikamente” il laboratorio di Cabaret del teatro Diana di Napoli diretto da Michele Caputo, volto storico di “Zelig”. Qui Vincenzo sperimenta col pubblico sketch e personaggi nuovi.
Ha lavorato nella compagnia stabile del Teatro Sannazzaro prendendo parte alle fortunate edizioni dello spettacolo “La festa di Montevergine” di Raffaele Viviani, e “Annella di Portacapuana”, al fianco di Leopoldo Mastelloni, entrambe con la regia di Lara Sansone. Nel 2014 è stato nel cast della commedia “Come sopravvivere ai lavori in casa” per la regia di Paolo Migone.
Per la terza stagione consecutiva, con il suo spettacolo “Io e le mie donne”, è ospite della kermesse nazionale “Gay Village” diretta da Vladimir Luxuria.

Vincenzo, ti seguiamo sul web e ti abbiamo visto al Gay Village di recente, raccontaci.
Il web come noto, oramai, rimane uno dei pochissimi spazi liberi (a volte troppo) e gratuiti per chi ha voglia di esprimersi. Io utilizzo in particolar modo il mio profilo personale e la pagina Facebook, per proporre a quanti mi vogliono realmente bene (perché molti li conosco personalmente) e mi seguono, le mie “novità” e gli spostamenti, per conoscere la loro opinione, il loro parere. Questo mestiere lo fai anche per il pubblico e se esisti lo devi a loro, e devi avere grande considerazione e rispetto per il pubblico. Il Gay Village invece è la mia “isola felice”, è una realtà che non ha eguali in Italia, dà lavoro a più di 400 persone, e propone ogni settimana spettacoli ed intrattenimento di grande valore culturale. Quest’anno sono stato ospite di questa kermesse per il terzo anno consecutivo e grazie a Vladimir Luxuria, che ne è direttrice artistica, ho avuto l’opportunità di diventare l’alter ego prima di Mara Venier e poi della giornalista Rai, Franca Leosini, giocando con l’effetto “doppio” insieme a loro.

Come scegli le tue donne?
A volte per simpatia e a volte le “subisco”: è il caso di Barbara d’Urso. Fa tv quasi tutti i giorni della settimana, è praticamente impossibile non averla vista almeno un minuto. In ogni caso, spesso scelgo anche per delle peculiarità che mi divertono: i timbri vocali, le inflessioni dialettali, la gestualità che, nel caso di alcune, è un vero e proprio “must” (vedi Franca Leosini).

Quella che preferisci di più nella realtà e quella che ti diverti di più ad imitare?
Nella realtà ho avuto la fortuna di conoscere e costruire un rapporto sincero con Mara Venier. L’antidiva per eccellenza, pur essendo un’indiscussa regina della tv. Una donna bellissima dentro e fuori, che mi ha aperto il cuore e che ogni volta che ho avuto bisogno di un consiglio, non per forza di natura professionale, è sempre stata disponibile. Per lei ho sempre avuto un debole ed è per questo che tutti quelli che mi frequentano sanno che quasi per 24 ore al giorno c’è l’alter ego di Mara, che parla e risponde al mio posto. Per loro sono una tortura, anzi, ne approfitto per chiedergli scusa.

Progetti in cantiere?
Guarda in realtà io ho uno spettacolo chiuso in un cassetto, che è davvero un sogno, un varietà che fonde vecchi e nuovi linguaggi. Ho tutto: testo, bozzetti e il pregio di averlo ideato con uno tra i truccatori più importanti del panorama teatrale, l’amico Vincenzo Cucchiara. È uno spettacolo che seppure pensato qualche anno fa, resta al passo coi tempi, si avvale di un linguaggio moderno e fonde prosa, musica e video. Mi mancano i soldi, manca una produzione che possa cullare questa creatura.

Facciamo un appello allora?
Facciamolo! A chi crede ancora nella poesia e nella magia del teatro. A chi è altruista e sente di poter essere in grado di regalare un’emozione al pubblico che poi vorrà venire a vedere questo show, a loro rivolgo il mio appello e per dirlo alla Mara: “Dateme ‘na mano, amori della ziaaa!”





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