Seduttore impenitente

Anziano condannato per corteggiamento ossessivo

    di Adelaide Caravaglios

Se è fatto per bene e, quindi, con modi gentili e galanti, il corteggiamento diventa una vera e propria arte di seduzione: gradevole, lusinghiero, piacevole a tutte le età. Se, invece, è fatto con insistenza, ostinazione, usando toni non proprio adulatori ma, al contrario, quasi offensivi, si può trasformare in un vero e proprio reato, così come è accaduto a quell’anziano signore, che si è visto condannare a 500 euro di ammenda per aver corteggiato per mesi, in maniera ossessiva e poco galante, la dipendente di un bar della quale si era invaghito.

Come si legge nei fatti, era accaduto che il nonnetto aveva più volte avvicinato la donna quando nel bar non vi erano avventori, rivolgendole espressioni dal tenore sessuale piuttosto esplicito e giungendo addirittura a seguirla quando andava a prendere la propria figlia a scuola. La sua condotta era stata talmente insistente e persecutoria, da costringere i giudici di merito a condannarlo per i suoi “atteggiamenti di invadenza e intromissione, continua e inopportuna, nella sfera di libertà della persona offesa”. Dello stesso parere sono stati anche i giudici di legittimità (sentenza n. 55713/2018), i quali hanno affermato che quelli posti in essere dall’anziano ‘latin lover’ erano stati comportamenti che avevano costretto la donna a cambiare le proprie abitudini di vita, evitando di uscire fuori dal bancone del bar e modificando i propri orari di rientro in casa.

Niente da fare neanche per le circostanze attenuanti generiche: per i giudici non andavano concesse stante un precedente penale (per lesioni) ed il comportamento processuale “privo di ripensamento quanto alla illiceità delle azioni commesse”.

Insomma, alla fine, il nonnetto non è riuscito a sedurre né la barista, né tantomeno − cosa forse più importante − i giudici!





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