Storie e miti dei teatri napoletani

Sesta puntata dedicata al Politeama. Nel 1946 il debutto di Filumena Marturano

    di Armando De Sio

Inaugurato nel 1872, fu eretto su una porzione del monastero di S.Maria degli Angeli, demolita appositamente per consentirne la costruzione. Il teatro vide tra i suoi spettatori il principe Umberto di Savoia che si recava qui per applaudire la soubrette Milly. Qui il 7 novembre del 1946, in un Politeama stracolmo, debuttò una delle commedie più famose di Eduardo De Filippo: Filumena Marturano. Nell'autunno del 1957, però, il teatro bruciò, appena conclusasi la prima dello spettacolo di rivista con Wanda Osiris. La compagnia era appena giunta al ristorante "La Bersagliera", quando il portiere del teatro corse ad avvisare che "se steva appiccianno tutte cose". Si racconta che Raimondo Vianello, attore allora della compagnia, raccontando l'indomani al suo amico Ugo Tognazzi, che chiedeva come fosse andato il debutto, gli disse che il successo era stato talmente caldo che il teatro bruciava ancora. La Osiris perse tutto, perché l'incendio danneggiò maggiormente il palcoscenico ed i suoi camerini. Il Politeama quindi rimase chiuso per molti anni. Grazie al grande attore Nino Taranto, il 23 dicembre del 1961 con uno sforzo economico non indifferente, restituì ai napoletani questo glorioso teatro completamente rifatto con tecniche per l'epoca all'avanguardia. Lo spettacolo inaugurale fu ''Rinaldo in Campo'' di Garinei&Giovannini, con Domenico Modugno Delia Scala, Paolo Panelli, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. La stagione 61/62 proseguì con Nino Taranto, che rappresentò ''Vado per vedove'' e subito dopo ''Pensaci Giacomino'', seguirono''Liola' '' con Achille Millo e regia di Vittorio De Sica, e ''De Pretore Vincenzo'' di Eduardo De Filippo. Ma nonostante i successi, la gestione non riuscì a fare fronte ai tantissimi impegni finanziari assunti per la ricostruzione e seguì il fallimento. Il 18 marzo del 1964 si riaccesero le luci del Politeama. Questa volta la gestione era del Commendatore Giuseppe Scarano. Grazie a lui il teatro divenne un fiore all'occhiello per Napoli e nel settembre 1964 si decise di trasferire qui anche il Festival della canzone Napoletana. Quell'anno vinse ''Tu si na' cosa grande'', cantata da Ornella Vanoni e da Domenico Modugno che ne era anche l'autore. Da quell'anno il Politeama e il San Ferdinando furono gli unici teatri di Napoli ad avere una programmazione continua e sempre più importante: nella stagione 64/65: fu applaudito ''Rugantino'' con Aldo Fabrizi, Toni Ucci ed Ornella Vanoni; seguirono Nino Taranto Luisa Conte e Dolores Palumbo in ''Miseria e Nobilta' '', Dario Fo e Franca Rame in ''Settimo: ruba un po' meno”. Ormai andare al Politeama era un rito, e per un certo tipo di società napoletana rappresentava uno status symbol avere l'abbonamento a questo teatro. Nel Gennaio 1970 al Politeama arrivò il grande evento: una serie di concerti di Mina e Giorgio Gaber. In quegli anni qui Carmelo Bene scandalizzava la città. Dal 1994 perse il suo predominio, e tende a ridiventare uno dei più importanti locali di Napoli.





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