De Gregori in mostra

Allo Studio Trisorio, la musica del cantautore nelle immagini di Lucia Romualdi

    di Mariangela Ranieri

L’incontro di due artisti genera la trasversalità del “logos” in quanto: stima, legame, proporzione, ragion d'essere, enunciato, argomento, ragionamento, disegno. Si è così formulato il lungo e complesso percorso descritto dalla polisemia e dalle assonanze presenti tra Francesco De Gregori, cantante, o meglio, artista contemporaneo che esprime il “pop” attraverso note e parole che presentano la realtà (individuale e/o collettiva) con audace semplicità; e Lucia Romualdi, che, invece, rende le note segni tangibili, esponendole in partiture di luce (cifre, diagrammi numerici, tabulati di marea e di stella), attraverso un lirismo matematico che si avvale anche di procedimenti tipici del montaggio cinematografico.

De Gregori, appassionato di arte contemporanea, ha colto subito l’occasione offerta dalla criptica Romualdi di “guardare da un’altra finestra”, inserendo la sua musica pop nell’architettura concepita dall’artista. L’istallazione prende il nome di Soundings, al plurale “fondali” e “misurazioni del mare”, al singolare “cassa armonica” e “sonorità”. Le stanze dello Studio Trisorio (Riviera di Chiaia 215) che la ospitano dal 29 maggio al 30 luglio, con ingresso gratuito, si adattano sia concettualmente che dal punto di vista funzionale, rendendo alla perfezione l’obiettivo del cantautore, ovvero di allontanarsi dal testo per trasformare la canzone Cardiologia, scelta in funzione dell’andamento musicale, (dall’album Calypsos uscito nel 2006), in puro suono. Infatti l’immagine “drammatica e stranamente affettuosa” in cui ci si imbatte nella seconda stanza, non poteva essere incorniciata da parole (delle quali si sente solo l’eco) che sarebbero risultate d’ingombro, ma unicamente dalla parte orchestrale. Il cantautore si è accostato con rispetto, senza voler essere troppo presente in quel palinsesto visivo, adattandone il beat ed il testo al ronzio ed al ruolo delle diapositive: “Mi sono sentito come un uomo semplice del Quattrocento al cospetto di un capolavoro di Mantegna”.

L’intento è quello di isolarci dalle voci di fondo, navigando tra l’esperienza musicale di De Gregori e le maree, nonché i porti presentati dalla Romualdi, “un lavoro che scorre sull’estraneità e sulla lontananza”. Lo spazio diventa limite del tempo, entro cui si amalgama il ciclo di diapositive che appare e scompare dalla mente stessa dell’osservatore: le proiezioni, infatti, durano 11 secondi, tempo sufficiente, secondo l’artista, per sorprendere ancora e ancora l’occhio del pubblico. Soundings è dunque un lavoro che preme su assenza e presenza. I ritmi del mare, che ispirano l’istallazione, prendono corpo con il beat musicale ed il beat “cardiaco” delle nostre emozioni , maree e cuore navigano parallelamente nel loro “prendere, dare e lasciare”.

Soundings, così come Napoli, città che non casualmente l’accoglie, non è altro che lo spettacolare risultato di storie diverse e diversi pensieri.





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