La la land: quell'Oscar mancato per un soffio

Cosa c’è dietro la magistrale opera di Damiel Chazelle

    di Antonio Di Dio

Come tutti mi sembrava doveroso, dopo la notte degli Oscar 2017, rendere omaggio al “quasi” miglior film di quest’anno, che ha animato l’evento tanto atteso delle stelle Losangeline. Certo, definire il film del giovane regista Damiel Chazelle (Whiplash, 2014), non è stato affatto facile, uscire dall’enorme quantità di significati di un immaginario musicale e cinematografico così vasto a cui rimanda la pellicola, che ha visto la Stone trionfare come migliore attrice, e al film aggiudicarsi ben 6 statuette, per i meno esperti non è cosa da poco, e può sfuggire, vanificando in parte l’intento del regista.

La storia che fa da file rouge vede incrociare le vite dei due giovani aspiranti artisti, Mia (interpretata da una magistrale Emma Stone), apprendista attrice che si divide tra il lavoro in un caffè degli Studios e i tanti “le faremo sapere”, e Sebastian (che vede come protagonista un sorprendente Ryan Gosling), pianista ottuso e solitario che a bordo della sua decappottabile sogna di aprire un locale tutto suo dove un giorno riportare ai fasti il mito del jazz. La pellicola affonda le sue radici nella classicità dell’American Dream Hollywoodiano, che da sempre affascina gli animi più inclini a qualsiasi sogno artistico. Quegli stessi sogni che maturano nella provincia americana più remota e approdano con coraggio e determinazione nella Los Angeles che macina e trita talenti con la ferocia di un predatore. Un viaggio alla ricerca del successo a ritmo di free jazz e passi di danza, Mia e Sebastian, il cinema e la musica di ieri e di oggi, che si incontrano e dialogano, amandosi come in un sogno, rompendo il muro della differenza e della diffidenza, un viaggio alla scoperta delle radici e della contaminazione come linguaggio universale dell’arte e non, che in un certo senso ha fatto grande la musica e il cinema.

Chazelle omaggia con un’accuratezza di viscontiana memoria, quella classicità di opere che riportano alla mente il cinema dei mostri sacri del passato da Fred Astaire e Ginger Robert, da Gene Kelly a James Dean, tutto ciò che si respira è arte, tutto reso incantevole attraverso l’occhio di Linus Sandgren, vincitore dell’Oscar per la migliore fotografia. Il resto è semplice e puro piacere per tutti e cinque i sensi con la scenografia di David Wascoe e le musiche di Justin Hurwitz, entrambi vincitore dell’Oscar nelle proprie categorie e con i coloratissimi costumi di Mary Zophres. Un film che riapre le porte ad un genere sicuramente dimenticato sotto i colpi delle mega produzioni tutto sangue e fumetti, che mostra la potenza della macchina da presa e del Cinema come punto d’incontro e sintesi di generi diversi: dal teatro alla fotografia alla musica, quel potere in grado di trasportare lo spettatore in un sogno.

La La Land è pura potenza visiva, è Hollywood in tutto il suo fascino e nelle sue contraddizioni. Lo è in chiave leggera e ironica, perfetta, forse fin troppo nella sua bellezza, ed è per questo che probabilmente non ha vinto, semplicemente perché non siamo più abituati ad un certo tipo di opera cinematografica, né umanamente, né artisticamente. Il tentativo, riuscito a pieni voti, del regista, è stato rendere omaggio alla storia dell’arte cinematografica degli anni '40 e '50, quegli anni dove il cinema sembrava sperimentare nuove idee, premiare il vero talento nella sua completezza anche fisica e canora del vero divo cinematografico di un tempo, un vecchio stile riportato da Chazelle in vita, e attraverso questo riscoprire la bellezza e il coraggio dell’animo umano attraverso una nuova sensibilità artistica, che sempre più oggi sembra invece svanire sotto i colpi di un cinismo e di un’inquietudine senza precedenti, La La Land come un’opera magistrale che rispolvera il cinema d’altri tempi, è perfetto e sublime in tutto, e poco importa se quella sera, solo per un istante, ci siamo emozionati ascoltando l’incredula voce di Faye Dunawey proclamarlo vincitore come Miglior Film del 2017. 





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