LIBRI Non voglio Anna

Racconti stressati di un medico

    di Mariangela Ranieri

“Voi vi accorgerete troppo tardi che fare il dottore
non è che un modo di guadagnarsi la vita.
E quando siete povero e dovete reggere
il Credo cristiano e la moglie e i figli,
tutto sulla vostra schiena, è troppo!”

Edgar Lee Masters (scrittore statunitense) nel 1915 con queste parole fotografò la decadenza della passione, in questo caso, di un medico.

Vincenzo Starnone, nato a Napoli nel 1953, laureato in medicina, fotografa da oltre 30 anni gli aspetti quotidiani della vita.

Nel libro d’esordio “Non Voglio Anna (racconti stressati di un medico)” (Iuppiter Edizioni,pp.172), modella un “tutto tondo” della medicina, affrontandola questa volta, da una prospettiva differente, la sua. I due artisti, considerati a tal proposito fotografi, ancor prima che scrittori, in epoche differenti, hanno immortalato una situazione che appare quanto mai diacronica : la dicotomia in cui essa si apre, tra la passione che l’avvolge e la genera e l’angoscia che ne consegue . Oggi, infatti, i giovani sembrano affascinati ( e al tempo stesso respinti) da questa realtà, che l’autore, attraverso esperienze proprie, ci pone davanti agli occhi. Le sue parole compongono qui l’inferno , il purgatorio ed il paradiso di una stessa esistenza: dall’incontro-scontro con i decani della Facoltà di Medicina alle avventure come perito medico-legale, dagli aneddoti su pazienti insoliti, turni massacranti, colleghi stravaganti e notti in bianco al pronto soccorso, alla passione per la fotografia.

Dunque quello che all’apparenza ci sembra un cumulo di calcoli e deduzioni, collegati tra loro da sacrifici e passione, immersi talvolta nel cinismo e nell’ipocrisia, si apre a noi in un libro che non solo può essere inglobato nella critica della società moderna, ma piuttosto deve essere visto come un “libro aperto” da poter leggere fino a tardi, un diario, dove Starnone si mostra nella sua “ingenua sincerità dove si sente a suo agio” e al tempo stesso mostra l’immagine, o meglio “l’istantanea” che il suo sguardo da medico ha immortalato.





Back to Top