Quando scappa scappa

Tamponato mentre faceva pipì in autostrada

    di Adelaide Caravaglios

Chi di noi non ricorda quel divertente motivetto di qualche tempo fa, nel quale si parlava di un bimbo che chiedeva al papà di accompagnarlo in bagno perché gli “scappava la pipì”: alla fine, dal momento che non riusciva più a trattenersi, il bimbo aggiungeva “io la faccio qui”. Sembra proprio questa la situazione sulla quale sono intervenuti addirittura i giudici della Cassazione, i quali con la sentenza n. 13124/2019 hanno chiarito che per giustificare la sosta in corsia d’emergenza su strade extraurbane e autostrade (così come prevista dall’art. 157, comma 1, lett. d del Codice della Strada), non è necessario che il malessere derivi da una patologia, ma è sufficiente che esso consista in un disagio, anche transitorio, tale da impedire di proseguire la guida con la stessa attenzione.

L’episodio dal quale trae origine la vicenda ha come protagonista un tassista che, percorrendo l’autostrada in orario mattutino, colto da un impellente bisogno fisiologico, decide di fermarsi in corsia d’emergenza: caso vuole che, alla fine, proprio mentre risale sulla sua autovettura, viene tamponato violentemente da un motociclo condotto da un uomo che, a seguito dell’urto, muore. In appello, le parti civili (fratello e figlio della vittima) non riescono ad ottenere ragione, perché viene dimostrato non solo che l’imputato, per età e problemi prostatici, era legittimato a fermarsi sulla corsia d’emergenza a causa del “malessere” da questi provocati, ma anche che il veicolo era stato parcheggiato correttamente sulla destra.

Decidono allora di ricorrere in Cassazione, anche qui senza ottenere ragione: nessuno dei motivi di censura viene ritenuto fondato. “... il termine malessere”, spiegano sul punto, “non può esaurirsi nella nozione di infermità incidente sulla capacità intellettiva e volitiva del soggetto” ma comprende anche il concetto lato di disagio e finanche di incoercibile necessità fisica transitoria che non consente di proseguire la guida con il dovuto livello di attenzione. Ne deriva che “in esso deve ricomprendersi l’improvviso bisogno fisiologico (dipendente o meno da malfunzionamento organico) che notoriamente esclude quella condizione di benessere fisico indispensabile per una guida corretta che non ponga in pericolo sia lo stesso conducente ed i terzi trasportati sia gli altri utenti della strada”.





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