Maurizio Lastrico, spazio alla versatilita'

Intervista all'attore genovese che veste i panni del pm Marco Nardi in 'Don Matteo'

    di Daniele Vargiu

Seguitissimo sui social, è protagonista della serie televisiva “Made in Italy” con Marco Bocci e Margherita Buy, interpreta l’amatissimo Pm Marco Nardi di “Don Matteo” e di recente lo abbiamo apprezzato al fianco di Serena Rossi nel film “Io sono Mia”. Avete capito di chi stiamo parlando?  Iuppiternews ha intervistato l'attore genovese Maurizio Lastrico. Attore di talento molto versatile con il quale abbiamo avuto modo di analizzare e di ripercorrere le varie fasi della sua carriera. Negli ultimi dieci anni è stato uno dei volti più noti della comicità italiana. Maurizio si forma nella leggendaria Scuola di Recitazione del Teatro Nazionale di Genova – la stessa del comico Maurizio Crozza – Lastrico si avvicina alla televisione con Zelig e grazie alla sit-com Camera Cafè. Successivamente lo vediamo distinguersi nel settore del cinema e del teatro per opera del suo stile leggero e per il gusto delle sue interpretazioni che hanno riscosso parecchio successo con i suoi endecasillabi comici e con le sue giocose interpretazioni dello stile dantesco applicate alla vita quotidiana.

Come stai?

“Questa è una domanda molto rara che ci viene fatta. Mi sembra un momento molto bello e per quelle poche volte che vado in contatto con me stesso possiedo un feed-back positivo. Quindi… il meteo dice che sto bene”.

Come procede sul set?

“È un anno veramente particolare e bello. La scrittura ha alzato l’asticella e le nuove persone che sono entrate a far parte della famiglia sono state delle scelte molto coraggiose. Si stanno tutti impegnando tanto e i riscontri che vengono dalla rete sono positivi. Ora affrontiamo le scene più difficili che porteranno a finali e svolte inaspettate”

C’è sempre una svolta?

“Non mi hanno detto ancora nulla sugli ultimi tre episodi. Io ho letto e stiamo affrontando il quart’ultimo episodio. Stiamo provando tantissimo sino al settimo episodio e quello che succederà sin lì è bello. Per ora sono presenti tantissimi aspetti comici, sottili e densi. Nino è super carico, Maria Chiara ha fatto un salto di umanità, di professionalità e di imprevedibilità in scena che è una cosa benedetta nel nostro mestiere. E infine c’è Emma la “new entry” se pur con pochissima esperienza Si è messa dentro con tutta l’umanità che ha ed è sorprendente. Per noi è un piacere fare questo percorso con lei”.

La recitazione è gioco. Come è giocare a fare il magistrato?

“Mah… è un gioco un po' strano perché interpreto il ruolo di un magistrato che sbaglia tre casi a puntata. Nella vita normale avrei delle cause milionarie e sarei radiato dall’albo dei giudici, ammesso che esista. In realtà il divertimento più profondo è quello di interpretare i panni di un essere umano. Il lavoro in questo caso è un pretesto. Descrivendolo: - è una persona che ha un suo senso della giustizia ed è una persona che ha un suo senso della carriera. È bello ed è distante da me. È un tipo di mestiere che richiede una forma nel vestiario e nel linguaggio. A dir la verità sono più impegnato a fare l’essere umano che nell’aver una profondità come Pm, anche perché quello che ci richiede il testo è basato sull’umanità”.

C’è un aspetto del tuo personaggio che pensi abbia colpito gli spettatori o che abbia colpito Maurizio?

“Nel mio caso spero l’umanità e la recitazione. Mentre, per quanto riguarda il mio personaggio il fatto che sia sfigato e inadeguato credo abbia creato la giusta empatia con il pubblico”.

In alcuni momenti preferiresti dividere il lavoro dalla vita privata?

“È un discorso complesso. Inizialmente sono arrivato sul set con tutti gli strumenti di difesa e sai …dopo aver lavorato per tanti anni a Teatro non è facile.  Successivamente grazie all’approccio di tanti miei colleghi mi sono aperto e ho vissuto quasi una seconda giovinezza. Mi farebbe piacere poter dedicare più tempo ai miei amici con i quali andiamo a farci i giri in bici o in moto. Accetto i momenti di esaltazione belli e lo scontrarsi con certi limiti e certe cose che possono deludere. Tutto questo fa parte del pacchetto”.

Tra le tue esperienze hai avuto modo di lavorare al cinema, in teatro, in televisione e come cabarettista. Dove ti senti più a casa?

“La cosa più figa è il poter fare tante cose e la cosa che mi fa sentire più a casa è il poter fare tutto questo. Una pluralità di eventi che si susseguono è quello che mi fa stare bene in questo momento. Perché pregiudicarsi di poter essere a fare una data per poi trovarsi in un bellissimo copione cinematografico? Ad oggi spero che arrivi una telefonata con un’attività differente da svolgere”.

Quindi metti tutto sullo stesso livello?

“Credo che sia sbagliato avere dei pregiudizi in senso positivo e negativo. La tv non deve pensare che il teatro sia un qualcosa di distante e di museale e il teatro non deve pensare che la tv sia un luogo mercificato dove non c’è la possibilità di approfondimento o di fare una cosa vitale. E questo penso che sia una necessità di cui il nostro paese ha estremamente bisogno, di persone che fanno il loro mestiere con passione: una trasmissione radio, un piccolo ruolo dentro una serie tv. Questo può creare un rimbalzo positivo generale”.

Hai mai pensato di scrivere un libro? E su cosa ti piacerebbe scrivere?

“Il mio primo libro l’ho pubblicato con la Mondadori nel 2012. È stata una presa in giro del libro che utilizzavamo alle superiori sulla divina commedia. Avevo già un ‘idea con i miei autori e argomenta le mie divine commedie con le note di filologi e scienziati inventati i quali disquisivano su un determinato verso. La scrittura teatrale ad oggi è quella che mi piace di più. Se sentissi la motivazione di scrivere un libro qualora mi venisse in mente qualcosa è immediatamente pensata per poterla rappresentare. Sento che la scrittura sia un diaframma troppo forte”.

Hai del tempo libero?

“Mi è difficile perché sta iniziando Zelig, ci sono provini per cose bellissime e il nostro copione è ancora da sviscerare. È talmente coinvolgente il nostro mestiere che ci sembra una versione della vita ancora più bella”.

 





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