Acquerelli di mare

Dal 20 settembre Franco Barbato espone a Napoli al Centro culturale Tre orizzonti

    di Livia Iannotta

Acquerelli di mare. Sembrano dipinti così, con sbuffi di onde, i fogli di Franco Barbato, artista napoletano classe 1961. E la mente corre subito a quel Plasson, pittore del libro di Alessandro Baricco, che cercava gli occhi dell’oceano ritraendo «il mare con il mare».

Domenica 20 settembre a Napoli, alle ore 19,00, presso il Centro culturale Tre orizzonti (Via Costantinopoli, 104) si aprirà con un vernissage la sua personale, in esposizione fino al 2 ottobre. Con la mostra si inaugura anche la stagione di eventi culturali del Centro Tre orizzonti: uno spazio in cui incontrarsi e conoscersi attraverso la meditazione zen e lo yoga, convegni, mostre, sala da tè e lettura, momenti di vita.

Ci sono paesaggi solitari negli acquerelli di Barbato. Abitati da nessuno. Qualche volto in primo piano, in altri fogli, intravisto appena nella fluidità del colore. Gli spigoli, le contraddizioni si stemperano in un amalgama di nuances chiare, soffici, quasi trasparenti, luci diafane, contrasti freddi e caldi che si mescolano sulla carta. L’immagine quasi palpita.

Traendo forse ispirazione dalle suggestioni della Costiera sorrentina dove, dal 2000, vive e lavora, l’artista restituisce agli occhi di chi guarda la morbidezza dell’indefinito. Lo spiega bene il filosofo Aldo Masullo, nel contributo pubblicato sul catalogo della mostra: «Di tutte le virtù somme dell’umano vivere, la più dimenticata sembra essere la “gentilezza” (…). La situazione coinvolge anche le arti, in cui oggi si confonde con attardato patetismo la morbidezza dei contatti tra gli elementi, e le si oppone come innovativa la durezza degli attriti e delle disarmonie, quasi la crudeltà fosse catartica. Il linguaggio dell’acquerello nella sua fluida levità è certamente alieno da ogni sia cromatica sia figurativa durezza».

Barbato si avvicina all’arte negli anni ’70, esponendo da allora in mostre personali e collettive, in Italia e all’estero. Si avventura poi in ricerche artistiche che lo portano sugli stessi passi di espressionisti tedeschi come Rounault Chain Soutine e a realizzare collage, frammenti di sculture dai colori e dalle forme astratte. Il mare, dai suoi pennelli, è venuto fuori quindici anni fa, da quando il paese di Nerano è diventato casa sua.





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