Ughi trionfa al San Carlo

Una lezione-concerto per avvicinare i giovani alla musica

    di Teresa Mori

Sabato scorso al Teatro di San Carlo, grande successo e scroscianti applausi, per la “lezione-concerto” di Uto Ughi. “Che pubblico focoso!” dice il violinista al termine dell’esecuzione. Giovani, bambini, ma anche nonni e genitori. Tantissimi appassionati hanno applaudito il celebre musicista lombardo che con fare scanzonato ha commentato ogni brano della sua esecuzione. Il programma comprendeva Preludio e Allegro di Pugnani di Kreisler, La Primavera di Beethoven e La Fantasia sulla Carmen di Bizet di Pablo de Sarasate.

Al termine dello spettacolo, rose bianche sul palco e richiesta di bis che Ughi ha accolto con entusiasmo chiedendo consiglio al pubblico che ha invocato all’unanimità La Campanella di Paganini.

Il violinista lombardo da anni porta avanti un programma di eventi che cercano di sensibilizzare le fasce più giovani della società, aprendo il mondo della grande musica al più vasto pubblico. Perché questo grande patrimonio culturale, artistico, storico e spirituale non è adeguatamente conosciuto soprattutto, ma non solo, da parte dei giovani che hanno ormai sempre più rare occasioni di ascolto o di coinvolgimento.

Questo percorso di Ughi inizia precisamente quindici anni fa caratterizzandosi, in alcuni casi, addirittura dalla gratuità degli ingressi ai suoi concerti e dalla valorizzazione dei giovani talenti, presenti in esecuzioni accanto a grandi interpreti.

Quella che quindici anni fa sembrava una scommessa azzardata, oggi è una tradizione consolidata che, in  tutti i suoi concerti, ha sempre fatto registrare il tutto esaurito.

Tra il 2011 ed il 2013 migliaia di studenti, infatti, provenienti da centinaia di istituti scolastici (elementari, medie e superiori) hanno partecipato alle prove aperte dei suoi concerti, agli incontri con gli artisti, alle conferenze e ai concerti tematici.

Un entusiasmo fortissimo, quello di Uto che ha riscosso unanimi consensi di stampa e pubblico.

“Vent’anni fa i concerti erano pieni di giovani. Oggi, quando suono, in platea vedo solo teste bianche. I giovani - ma non solo loro - aspettano che qualcuno spalanchi le porte della conoscenza musicale e la condivida. Tutto il resto (cioè comunicare ed emozionare), la musica sa farlo benissimo da sola”.  Uto Ughi





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