Storie e miti del teatri napoletani
Decima puntata dedicata al San Carlo, il 'Massimo' dei massimi
di Armando De Sio
Fu costruito nel 1737 per volontà del re Carlo III di Borbone fortemente intenzionato a dare alla città un nuovo teatro che rappresentasse il potere regio, con una data di nascita che anticipa di 41 anni la Scala di Milano e di 55 la Fenice di Venezia. Il progetto fu affidato all'architetto Giovanni Antonio Medrano e ad Angelo Carasale. L'inaugurazione, avvenuta la sera del 4 novembre, giorno onomastico del sovrano, presentò l'Achille in Sciro di Pietro Metastasio, con musica di Domenico Sarro e “due balli per intermezzo”. Fu Casarale l'imprenditore-impresario del Teatro, il primo “uomo dei miracoli” al servizio del sovrano e dei suoi gusti, orientati ad una particolare predilezione per la danza.
A Giovanni Paisiello, tra i più grandi artisti della Scuola napoletana, nel 1787, venne dato il compito di “sovrintendere all'Orchestra del San Carlo”, procedendo ad una radicale riforma. Con la Rivoluzione Partenopea del 1799 donne e uomini, dal palco militante del Lirico, ribattezzato Teatro Nazionale di San Carlo, si fanno promotori gli ideali di libertà, fraternità e uguaglianza. Con Murat e con la gestione di Domenico Barbaja, dal luglio del 1809, si apre un nuovo capitolo nella storia del Teatro di San Carlo. Si aprì con lui il tempio delle grandi stagioni dirette da Rossini e Donizetti e il “Real Teatro” diventò anche teatro del Popolo. Nella notte del 13 febbraio del 1816 un incendio devastò l'edificio. La ricostruzione, compiuta nell’arco di nove mesi, fu diretta da Antonio Niccolini. Il 4 ottobre del 1815 un compositore di 23 anni, Gioacchino Rossini, firma la sua prima opera al San Carlo, Elisabetta Regina d'Inghilterra. Ma a comporre 17 opere per il San Carlo fu, invece, Gaetano Donizetti; tra queste ricordiamo l'immortale Lucia di Lammermoor in scena per la prima volta proprio qui il 26 settembre 1835.
Tutti i più grandi artisti prima o poi hanno calcato le scene del Teatro, come Niccolò Paganini che nel 1819 vi tenne ben due concerti e Vincenzo Bellini, che nel 1826 debuttò con Bianca e Gernando, opera prima scritta proprio per il San Carlo. Uno spazio speciale fu dedicato nell’Ottocento a Saverio Mercadante. Per un certo tempo il musicista di Altamura divise la sua fetta di gloria con Giuseppe Verdi, il quale nel 1841 entrò nella storia del Lirico con la prima napoletana del suo Oberto. Sono anni d'oro per Mercadante coinvolto in una sorta di duello ideale con il compositore di Busseto, che alla fine vincerà quest’ultimo. Da menzionare, nel 1872 la prima trionfale napoletana dell’Aida. Nel Novecento tantissimi artisti porteranno qui le loro opere: nella stagione 1900-1901 debutterà, ad esempio, la prima della Tosca di Puccini. Qui risuoneranno le arie di Mascagni, Leoncavallo, Giordano, Cilea, Alfano e Debussy. Nel 1945 il San Carlo vedrà la nascita de “Il Teatro di Eduardo” con “Napoli milionaria!” che verrà messa in scena proprio qui. Attualmente il San Carlo è uno dei poli più importanti della grande cultura a Napoli.