Quarantena, report dei fenomeni web e tv

Serie, meme, videochiamate e tutorial: come abbiamo resistito al lockdown

    di Giordana Moltedo

Scattata la quarantena causa Covid 19, siamo partiti carichi con i flashmob dai balconi. Le ore 18:00 erano diventate il nuovo prime time delle famiglie italiane, divise tra l’intonare dai balconi L’Inno di Mameli o Azzurro di Adriano Celentano oppure a vedere le conferenze stampa del capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. Poi, contemporaneamente, sono arrivati lo smart working, la didattica a distanza e gli aperitivi in videochiamata con amici, parenti, affini e congiunti. E così tutti, volontariamente o involontariamente, siamo diventati i mezzibusti più famosi di Zoom, Google Meet, Skype e delle videochiamate su Whatsapp. Poi il mezzobusto ha lasciato spazio ai primi piani e, infatti, potremmo definire la quarantena appena conclusasi la grande dittatura del primo piano. Dai social agli studi televisivi, i nostri dispositivi e televisori sono stati letteralmente inondati dai volti di artisti, cantanti, attori, sportivi e virologi. Non solo. Perché oltre che con i volti, abbiamo imparato a familiarizzare anche con gli arredi: dalle librerie ai quadri, passando per i colori delle pareti, dove il bianco vinceva e vince su tutti.  

In questi mesi di quarantena il vero regno del primo piano è diventato Instagram che, a suon di dirette e appuntamenti quotidiani, ha assunto il ruolo di canale di contro programmazione della televisione generalista. Tutti si sono improvvisati a fare qualcosa: persone note e perfetti sconosciuti. Certo! Non possiamo negare che grazie ad Instagram abbiamo anche attutito quel sentimento di sconforto causato dall’acquisita consapevolezza di non poter assistere ad un live per lungo tempo. Su Instagram, i cantanti si sono cimentati in veri e propri concerti da remoto che alla fine sono approdati sul piccolo schermo delle nostre case, con eventi che già sono entrati negli annali e nei manuali di storia della televisione e della musica. Pensiamo alla maratona di Musica che unisce andata in onda su Rai Uno, al concertone del primo maggio trasmesso sempre su Rai Tre ma non da Piazza San Giovanni e a Together At Home il mega Live 8 organizzato da Lady Gaga, trasmesso sia sulle reti Rai sia sulla piattaforma di Rai Play. 

Proprio la televisione è stato il mezzo che abbiamo riscoperto, facendo tornare in noi anche la voglia di fare zapping. Abbiamo riscoperto il piacere di guardare i talk show e ci siamo resi conto che senza il pubblico sono molto più costruttivi, perché non ci sono quei fastidiosissimi applausi pilotati finalizzati a idolatrare il politico di turno. Poi è bastata la messa in onda, al termine della Fase 1, su Canale 5 e su Sky del film di Steven Soderbergh Contagion, per comprendere che questo film profetico ha spiegato molto meglio di alcuni talk e programmi contenitore la diffusione del virus per trasmissione aerea, l’importanza del distanziamento sociale, l’indice R0 e l’importanza dell’uso di dispositivi medicali, quali le mascherine per tutelare le persone. Ovviamente è inutile fare gli ipocriti, perché la cara vecchia televisione comunque l’abbiamo tradita per avventurarci in maratone di serie tv e per seguire i richiami provenienti dalla Spagna con la quarta stagione de La Casa de Papel su Netflix. Già, le serie spagnole! Così tanto disprezzate ma alla fine guardate da tutti, hanno finito per monopolizzare le classifiche delle serie più viste su Netflix durante questa quarantena e, a suon di maratone con Elite e Vis a Vis, abbiamo imparato anche lo spagnolo.

La quarantena non ha quindi fermato la nostra bulimia di consumatori di serie tv, in preda alle crisi per aver visto quasi tutto del catalogo di Netflix, abbiamo sottoscritto contratti di ogni tipo, diventando delle vere e proprie guide tv viventi su quanto offerto da Amazon Prime Video, Disney Plus, Infinity, Now Tv, Apple Tv, CHILI, Hulu e Sky. Eppure, ad incrinare ogni piano del Professor de La Casa di Papel di catturare lo spettatore in un binge watching, ci ha pensato lui, l’Avvocato del Popolo. Bastava leggere l’annuncio “Conferenza stampa di Conte” ed ecco che tutti tornavamo   alla cara vecchia tv e al caro riscoperto zapping, per fermarsi sul primo canale pronto a trasmettere la conferenza  del Presidente del Consiglio. Conte, l’idolo più idolatrato dalle donne, da anticipare la versione Black Mirror di Uomini e Donne, è diventata la star indiscussa del web, fino a quando non è arrivato il Governatore della Campania Vincenzo De Luca a scalzare il Premier dai meme sui social con il suo lanciafiamme. La stella delle stelle sul web, però, ricercato anche in tutti supermercati, è stato il lievito madre. Da drogati di pizza in crisi d’astinenza per la chiusura delle pizzerie, abbiamo cercato tutorial di ogni tipo per imparare a fare le pizze in casa. In realtà in questi mesi i tutorial hanno regnato e così abbiamo imparato a farci le tinture, a tagliarci i capelli, ad aggiustare le cerniere delle porte, a lavorare all’uncinetto e chi ne ha più ne metta.

La verità è che tutto questo ha alleviato la sofferenza di questi mesi di quarantena passati tra le mura di casa. Ha alleviato la sofferenza di chi ha passato nella solitudine queste giornate dominate da ore interminabili. Completando questo viaggio, un plauso va fatto a Zerocalcare che con la serie animata web Rebibbia Quarantine ha saputo raccontare, senza retorica e con grande ironia, i sentimenti, anche contradditori, che ciascuno di noi ha vissuto durante la Fase 1. E allora, accantonando tutte le promesse non mantenute a noi stessi nella Fase 1 e cercando di mantenere sempre quel senso di comunità che abbiamo scoperto in questa quarantena, adesso possiamo, ma responsabilmente, uscire e andare a correre. E, mutuando le parole di Zerocalcare, possiamo correre con buona pace dei droni di Barbara D’Urso.





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