Una Tv per due

Quando la coppia scoppia e le cose vanno divise...

    di Adelaide Caravaglios

Potrebbe sembrare il sequel di un film degli anni ʼ80 nel quale, però, al posto della famosa poltrona prova a dividersi per due (ovviamente in senso figurato) un apparecchio televisivo: chi dei due contendenti avrà la meglio? Nel film, alla fine, sono Louis Winthorpe III, un altezzoso agente di cambio della “Filadelfia bene” e Billie Ray Valentine, un senzatetto insolente e imbroglione che mendica spacciandosi per un veterano del Vietnam; nella realtà, invece, è stato un ex marito, vistosi sottrarre dall’abitazione un televisore, alcuni tappeti ed un tavolino ad opera dell’ex consorte: a parere dei supremi giudici, chiamati a decidere sulla controversia, si sarebbe trattato nella specie non di sottrazione di cose comuni (art. 627 codice penale), fattispecie peraltro recentemente depenalizzata, ma di un vero e proprio furto in abitazione. Lo si legge nella sentenza n. 10148/2021 della IV sezione penale.

Più precisamente, secondo il collegio di legittimità, era “manifestamente infondato” l’unico motivo di doglianza, lamentato in sede di ricorso da parte della donna (e, cioè, “l’erronea qualificazione giuridica dei fatti contestati”): era stato accertato, infatti, in sede di dibattimento, che i beni di cui si era impossessata la stessa imputata erano stati acquistati dall’ex marito prima del matrimonio. Non poteva dunque configurarsi la fattispecie di cui all’art. 627 c.p., opportunamente richiamata dalla ricorrente, dal momento che sulla base della ricostruzione effettuata era risultato palese che detti beni erano di proprietà esclusiva. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile e la donna è stata condannata al pagamento delle spese processuali, oltre che di una somma in favore della Cassa delle ammende: questa volta non è bastato un dollaro!





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