Terra d’elezione dell’arte tutta, la città di Napoli lo è in particolare della letteratura che ne capisce in modo immediato la poesia e la traduce in parole. Napoli è un coacervo di mille luoghi, irriducibile ad una generalizzazione singolare. Per questo già il titolo del volume, che vede la collaborazione di Aurora Cacopardo e Francesco D’Episcopo, Napoli: luoghi letterari sembra cogliere un piccola verità dell Terra d’elezione dell’arte tutta, la città di Napoli lo è in particolare della letteratura che ne capisce in modo immediato la poesia e la traduce in parole. Napoli è un coacervo di mille luoghi, irriducibile ad una generalizzazione singolare. Per questo già il titolo del volume, che vede la collaborazione di Aurora Cacopardo e Francesco D’Episcopo, Napoli: luoghi letterari sembra cogliere un piccola verità dell

LIBRI Napoli luoghi letterari

Quattro penne per conoscere Napoli

    di Sara Giuseppina D'Ambrosio

Terra d’elezione dell’arte tutta, la città di Napoli lo è in particolare della letteratura che ne capisce in modo immediato la poesia e la traduce in parole. Napoli è un coacervo di mille luoghi, irriducibile ad una generalizzazione singolare. Per questo già il titolo del volume, che vede la collaborazione di Aurora Cacopardo e Francesco D’Episcopo, Napoli: luoghi letterari sembra cogliere un piccola verità della città partenopea.

I due docenti, nonché scrittori e giornalisti, realizzano un’opera anomala ed intrigante riflettendo su quattro luoghi suggestivi. La scelta atipica è come riescano a portare a termine l’intento senza servirsi di considerazioni ed immagini proprie, ma ricorrendo a quattro romanzi di altrettanti scrittori napoletani, in un’analisi testuale che è letteraria, sì, ma anche geografico-sociale.

Speranzella, Scala a San Potito, Via Gemito e Montedidio (rispettivamente di Carlo Bernari, Luigi Incoronato, Domenico Starnone ed Erri De Luca) sono quattro angoli della città che diventano sfondo vivo degli omonimi libri. Cacopardo e D’Episcopo seguono nella loro analisi uno schema semplice. Dopo uno sguardo topografico, che sa abbandonarsi alla storia, è una presentazione contestualizzata dell’autore a lasciare il testimone al vero protagonista del libro, il romanzo/racconto, sviscerato in tutti i suoi punti salienti e personaggi emblematici.

Se da un lato l’idea alla base di un lavoro simile potrebbe essere quella di fornire un vademecum letterario di una porzione di Napoli, e che quindi strizza l’occhio tanto ad appassionati lettori quanto a turisti (improvvisati e non) della (propria?) città, dall’altro non manca uno scoperto e duplice intento educativo.

Napoli: luoghi letterari invita, infatti, alla lettura dei libri analizzati riscoprendo o scoprendo i loro autori, talvolta, immotivatamente, un po’ accantonati dalla critica, è il caso di Carlo Bernari. Allo stesso tempo, però, è anche un testo di supporto, che aiuta a contestualizzare e capire la genesi delle opere in questione, auspicandone una lettura non superficiale.

È grazie ad Aurora Cacopardo, ad esempio, che comprendiamo il valore dell’opera di Bernari «una mente critica» che non cade mai «nella retorica dei luoghi comuni». Sullo stesso versante si muove anche De Luca, nel momento in cui «rompe con le idilliache rappresentazioni cromatiche […] imposte». Un vero e proprio valore, questo, se si pensa a quella parte delle rappresentazioni della napoletanità che sfocia nella parodia macchiettistica un po’ bonaria.





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