Corsa al pallone d'oro

Un portiere 50 anni dopo?

    di Alberto Medici

Come ogni fine anno che si rispetti, anche in questo si stanno intensificando voci, rumours, previsioni e scoop giornalistici sull’assegnazione del Pallone d’oro. Il vincitore, scelto dai capitani e dai c.t. delle Nazionali nonché da una giuria internazionale di giornalisti selezionati da France Football, sarà proclamato nel corso di una cerimonia di premiazione, in programma al Palazzo dei Congressi di Zurigo il 12 gennaio 2015.

 

Come tutti sapranno, ormai dal 2009 la nuova edizione del Pallone d’Oro accorpa assieme sia il vecchio Pallone d’Oro (quello storico che per intenderci è stato assegnato dal 1956 in avanti) sia il FIFA World Player (premio in vigore dal 1991 al 2009 in cui i voti per decretare il vincitore non provenivano da giornalisti, ma bensì da capitani e tecnici delle varie federazioni).

 

Le prime tre edizioni (2010, 2011, 2012) sono andate a Lionel Messi, mentre nell’ultima (2014) è stato il suo acerrimo nemico Cristiano Ronaldo ad avere la meglio.

 

Che sia anche quest’anno una lotta a due proibita ad ogni altro calciatore del globo?

Apparentemente si, perché senza ombra di dubbio le qualità tecniche e le statistiche impressionanti dei due contendenti non lasciano altro spazio d’interpretazione. Il record dei 17 goal in una sola stagione di Champions League da parte del portoghese (coppa poi vinta in finale) e i (per ora) 253 in Liga della pulce, in grado di abbattere un primato che durava dagli anni ’50, sono biglietti da visita importanti per due elementi già di per se stratosferici.

 

Ma attenzione ad una discriminante importante: il 2014 è stato l’anno del mondiale.

I due fenomeni sopra citati tuttavia non hanno brillato per diversi motivi, mancando così la consacrazione di un’intera carriera, e la grande realtà chiamata Germania si è affacciata all’orizzonte con la potenza degna di un panzer, mettendo sotto i riflettori una nidiata di talenti e giocatori degni dei migliori riconoscimenti. Tralasciando il match winner della finale, tale Mario Gotze, classe 1992, giocatore tecnicamente incredibile e dagli ampissimi margini di miglioramento, ma forse ancora un po’ acerbo, due elementi sono stati particolarmente determinanti nello scacchiere tedesco: Thomas Muller e Manuel Neuer. Entrambi giocatori del Bayern Monaco (del guru Pep Guardiola), ma agli antipodi per posizione in campo: uno è un attaccante, l’altro un portiere.

 

Ma come un portiere?!

Era dal 2006 che un portiere non veniva menzionato (non che avesse chance di vittoria) per la corsa al pallone d’oro. Ai tempi il grande Gianluigi Buffon si contendeva il premio col capitano Fabio Cannavaro, compagno sia nella cavalcata azzurra sia in maglia bianconero-Juventus. Poi, forse il fatto dell’essere capitano, la maggior esperienza, il maggior carisma e personalità hanno fatto prevalere il buon Fabio. Nessun altro dopo Lev Jascin (unico portiere nella storia ad aver vinto il Pallone d’oro, si era così avvicinato al premio), è dunque riuscito nell’impresa.

 

A noi, amanti di un calcio romantico, piacerebbe che per un anno, per una volta, e contro ogni pronostico, non sia solo il miglior cannoniere o l’uomo-copertina a vincere il Pallone d’Oro, ma uno “che si sporca”, che esce dal campo pieno di terra e fango dopo una parata al 90° o un miracolo su un calcio di rigore. Uno che magari non si porterà a casa il pallone dopo l’ennesima tripletta e non ammalierà milioni di fans nel mondo con un numero o un dribbling funambolico dei suoi.  A noi, piacerebbe (questo si) che per una volta vincesse uno “normale”, uno coi piedi poco nobili, quadrati in gergo tecnico, uno dall’incedere un po’ goffo, insomma uno che pensa a salvare i goal più che a farli.

Uno che il meglio di sé lo da a difendere, non ad attaccare.

 

Per questo a noi piacerebbe che, anche solo per questa volta, il Pallone d’Oro andasse a Manuel Neuer.





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