Pubblicità, perché?

Ricordarlo non fa mai male...

    di Silvio Fabris

Credo che ricordare perché si fa pubblicità possa aiutare a farla meglio, a evitare gli errori, a investire più proficuamente il proprio denaro. Vediamo prima per che cosa, certamente, non la si fa.

  • Non si fa per fare arte
  • Non si fa per ovviare alla cattiva qualità del prodotto, alla distribuzione che non c’è, alla rete di vendita disorganizzata.
  • Non si fa per sperimentare un modello matematico che volete verificare con il computer appena installato.
  • Non si fa per fare dispetto al concorrente (soprattutto se lui ha una distribuzione nazionale e voi solo regionale)

La pubblicità è un lavoro per professionisti seri che si servono di talenti ognuno nella propria area di competenza e utilizzano il buonsenso per giudicare quando bisogna rischiare e quando occorre essere prudenti; è un lavoro per tecnici qualificati che rifiutano le facili etichette e i miti che i molti luoghi comuni sulla pubblicità hanno alimentato.

La pubblicità è uno degli anelli della catena che va dalla produzione al consumo. fasi

E’ parte di un piano globale.

E’ una delle tante fasi del marketing.

E’ uno strumento che trasforma un prodotto in oggetto d’uso.

E’ uno strumento per vendere.

Ma, quando un imprenditore deve decidere quanto investire in pubblicità, si chiederà in che modo la pubblicità inciderà sulle vendite.





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